La questione internazionale piomba nel bel mezzo della crisi Politica italiana. La politica estera ritorna al centro della scena, praticamente come negli anni della prima Repubblica, e viene da pensare che se deve essere prima Repubblica 2.0 lo deve essere per davvero. La crisi siriana acuitasi dopo l'attacco chimico per mano del regime di Assad divide le forze politiche: chi sta con l'occidente, chi è più cauto, chi si schiera apertamente con Putin. E il presidente Mattarella non potrà non tenerne conto visto che l'urgenza di un governo pienamente legittimato si fa sempre più urgente.

Inizia oggi il secondo giro di consultazioni al Quirinale

A livello di politica interna il dibattito rimane bloccato dai diversi veti posti dai partiti. Probabilmente anche dopo questo nuovo giro "quirinalizio" il paese non si ritroverà a breve con un governo operativo, ma le questioni internazionali impongono una accelerazione perchè il mondo fuori va avanti e noi non possiamo stare mesi e mesi impallati dalle discussioni di due ragazzi che, ritrovatosi entrambi "quasi vincitori", si sentono uno più dell'altro al centro della scena. La collocazione politico-internazionale dell'Italia rischia una redefinizione estremamente netta, visto che il leader della Lega Matteo Salvini si è smarcato dall'occidente per abbracciare lo zar di Russia.

E il leader leghista è anche il capo della prima coalizione uscita vincente alle scorse elezioni politiche.

Forze politiche spaccate sulla Siria

I primi interventi nell'aula del Senato sono stati incentrati proprio sulla questione dell'uso di armi chimiche in Siria ed i diversi partiti appaiono spaccati. Il Movimento 5 Stelle esprime la sua posizione prima in aula e poi per bocca del suo leader Luigi Di Maio, che imbarazzato dichiara in modo molto generico: "siamo alleati degli USA e dell'occidente".

Una presa di posizione scolorita, equilibrista, forse in stile "democristiano". Il Partito Democratico rimarca la sua posizione filo-occidentale e denuncia il regime di Damasco. Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina dichiara che l'Italia ha sempre denunciato le atrocità del regime e che i governi Pd non sono mai intervenuti direttamente in Siria ma hanno sempre lavorato nel quadro di solidarietà con gli alleati e sostenendo con forza l’impegno dell'ONU.

In un secondo momento è il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a prendere la parola, e la sua posizione rappresenta ancora quella del Governo italiano: "L'utilizzo delle armi chimiche non può essere tollerato" dichiara Gentiloni, schierandosi al fianco degli altri governi occidentali. Il premier ha poi evidenziato come la centralità della ricerca di una soluzione pacifica sulla questione sia centrale per il governo.

Chi si smarca completamente dall'alleanza atlantica è Matteo Salvini, il filo-russo. Il leader del Carroccio sale sul carro "putinista" e attacca il governo in carica. Per Salvini l'attacco con armi chimiche a Douma è una fake news. Purtroppo le foto dei bambini inermi e sofferenti riversi a terra non sono una fake news, sono una dura realtà.

Putin cerca l'asse con l'Italia

Proprio nel bel mezzo delle tensioni tra occidente e Russia, il presidente russo Vladimir Putin lancia non bombe - per ora - ma parole di vicinanza e amicizia nei confronti dell'Italia. Lo zar definisce il nostro paese un partner chiave nello scacchiere europeo e si è detto interessato ad approfondire la cooperazione con l'Italia: lo ha dichiarato nel corso della cerimonia per la presentazione delle credenziali di 17 ambasciatori di vari Paesi del mondo. Secondo La Stampa di oggi il presidente russo è alla ricerca di un asse politico-diplomatica con l'Italia per cercare di fermare quella anti-Assad. L'Italia è da sempre un partner importante della Russia e da sempre ha sviluppato una certa autonomia in politica estera, soprattutto negli anni delle relazioni intense con i "paesi problematici" come la Siria, relazioni che difficilmente venivano digerite senza problemi dagli Stati Uniti.

Ora la questione è un po' diversa: Putin piomba nel bel mezzo di una crisi politica molto divisiva anche in politica estera e cercherà di influenzare l'Italia spingendo l'asse dalla sua parte. Lo zar - secondo La Stampa - vorrebbe evitare che il nostro paese conceda le basi di Sigonella e Aviago agli alleati; difficilmente l'Italia negherà l'utilizzo. Questo almeno fino a quando a palazzo Chigi non siederà Matteo Salvini, amico di Putin e Assad.