Al di là dei misteri che ancora avvolgono i 55 giorni più bui della Repubblica italiana, a 40 anni dal suo assassinio c’è ancora una parte della vita di Aldo Moro che non è molto nota, quella di docente universitario. A colmare questa lacuna è stato il libro scritto dal giornalista Rai Giorgio Balzoni che ne è stato studente assieme alla moglie Fiammetta Rossi, anch’essa giornalista Rai.

Dal libro nasce una docufiction di grande effetto che va in onda questa sera in prima serata su Rai Uno con un evento speciale. Tutto alla vigilia dell’anniversario del ritrovamento del suo corpo in via Caetani, a pochi passi dalle Botteghe Oscure, storica sede del Pci, e di piazza del Gesù sede della Democrazia Cristiana.

All’anteprima all’aula magna dell’Università di Roma, forti emozioni con i protagonisti in carne ed ossa delle vicende narrate e degli attori tra i quali il grande Sergio Castellitto che ha ridato voce al Moro pensiero con una interpretazione fatta di silenzi, di sguardi, di sorrisi. Ed è stato lo stesso Castellitto, di fronte ad una platea di giornalisti e studenti collegati anche da altre sedi Rai da tutta Italia ad evidenziare la peculiarità di questo lavoro coprodotto da Rai Fiction e Aurora TV.

Emozioni forti a 40 anni dalla morte

“Le emozioni vere – racconta – in questo lavoro sono quelle che danno gli ex studenti del professore. Nei loro occhi si legge ancora un forte sentimento. La fiction – commenta ancora Castellitto – assume quasi paradossalmente i toni più di documentario”.

Il lavoro non sottace le ultime risultanze della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Rapimento e sulla morte Di Aldo Moro che nella parte conclusiva commenta: “alla luce delle indagini compiute, dunque, il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro non appaiono affatto come una pagina puramente interna dell'eversione di sinistra, ma acquisiscono una rilevante dimensione internazionale".

Il film, per la regia di Francesco Micciché, alterna spezzoni di servizi giornalistici alle testimonianze degli ex studenti, alla narrazione del rapporto tra professore e studenti. Lo scenario è quello della Sapienza di Roma ed in particolare della Facoltà di Scienze Politiche dove Moro insegnò Istituzioni di Diritto e Procedura Penale.

Un rapporto stretto e franco con gli studenti che si fa dramma nei giorni del rapimento tra le speranze dei ragazzi, divisi sulle ragioni o meno di una trattativa con i brigatisti, e il grande dolore per l’epilogo della vicenda con l’esecuzione della condanna a morte dello statista. Un legame testimoniato anche dal saluto che in una lettera Moro volle inviare dalla prigionia ai suoi studenti.

I misteri irrisolti

Ancora una volta questa coraggiosa opera non dà risposte, anzi, pone altre domande e riconferma come il caso Moro resti una ferita ancora non sanata dell’Italia repubblicana. Particolarmente eloquente, nella parte fiction, le affermazioni di Moro-Castellitto in merito alle minacce di morte ricevute dagli americani nel corso del suo viaggio negli Stati Uniti.

Un Moro scomodo così come scomodo sarebbe stato quel governo di "solidarietà nazionale” che lo statista si accingeva a varare quel 16 marzo 1978, giorno del suo rapimento. L’opera dà inoltre il giusto risalto al maresciallo Oreste Leonardi, ben interpretato da Pierluigi Corallo, morto in via Fani. Una figura che gli stessi ex studenti ricordano come un amico con il quale erano in confidenza. Il cast vede impegnati anche Valentina Romani, Andrea Arcangeli, Sara Cardinaletti, Filippo Tirabassi, Giacomo Mattia e Andrea Vasone.