Il governo è nato dopo i colpi di scena degli ultimi giorni ma, secondo molti commentatori, Lega e Movimento 5Stelle, hanno espresso un esecutivo tecnico con una forte spruzzata Politica perché su 18 ministri almeno sei sono tecnici e le nomine risentono del compromesso. Il 5Stelle non voleva rinunciare alla Giustizia e l'avvocato leghista Giulia Buongiorno è finita quindi alla Pubblica amministrazione, la Lega ha preteso gli Interni ed Elisabetta Trenta, pentastellata, è andata alla Difesa, pur essendo studiosa di sicurezza e intelligence.
Paolo Savona è stato rifiutato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come responsabile dell'Economia ed è spuntato dal cilindro Giovanni Tria, economista meno ostile alla permanenza italiana nell'euro.
Il ruolo di Matteo Salvini nel governo
Matteo Salvini al Viminale occupa un ministero pesante, ma dovrà operare in accordo con i colleghi di Trasporti e Difesa nella gestione dei migranti, senza escludere il ministero degli Esteri, affidato a Enzo Moavero Milanesi, perché le espulsioni verso i Paesi di partenza e i centri d'identificazione in territorio africano si attivano con accordi internazionali.
Inoltre, ha abbozzato sul passo indietro di Paolo Savona accettando la controproposta di Luigi Di Maio di nominarlo responsabile agli Affari europei. Savona affronterà la spigolosa questione delle procedure d'infrazione da negoziare con Bruxelles. Salvini conquista anche il sottosegretariato alla presidenza del Consiglio con Giancarlo Giorgetti, le Politiche agricole, sotto la guida di Gian Marco Centinaio, e il dicastero per Famiglia e disabilità, su cui la Lega ha puntato molto, affidato a Lorenzo Fontana.
I ministeri pesanti del governo affidati al Movimento 5Stelle
Luigi Di Maio guiderà il super dicastero che ingloba Sviluppo economico e Lavoro lasciando perplessi non pochi osservatori, perché non si è mai cimentato con nulla di simile nella sua breve carriera politica ed è un settore difficilissimo anche per tecnici del calibro di Carlo Calenda.
Non meno problematici potrebbero essere il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, guidato da Danilo Toninelli, e la Giustizia affidata ad Alfonso Bonafede, considerando le riserve dei pentastellati sulla realizzazione di grandi opere a partire dalla Tav e la loro vicinanza a magistrati come Piercamillo Davigo che il centrodestra definisce giustizialisti e non imparziali.
La cabina di compensazione nel governo e l'exit strategy di emergenza
Salvini e Di Maio hanno creato una cabina di regia a tre, con il premier Giuseppe Conte che agirà da camera di compensazione per ricomporre i contrasti, ma si sono assicurati una exit strategy ritagliandosi anche il ruolo pesante di vicepremier, con potere di staccare la spina al governo, che dovrebbe agire soprattutto come deterrente.
Le aspettative degli italiani sul governo e le manovre sul filo del rasoio
Il rischio riguarda le mosse quotidiane sul filo del rasoio tra accordi da rispettare, rischio di rottura e tentazione di cedere a compromessi eccessivi che partorirebbero riforme gattopardesche e rovinose per entrambi. Almeno 5 milioni di italiani sono in povertà, circa un terzo della popolazione entra in crisi se affronta spese impreviste di circa 700 euro, 61% dei giovani lavora saltuariamente e riceve aiuto economico da genitori e nonni, quindi il Paese aspetta soluzioni rapide e non perdonerebbe il governo se si rimangiasse la parola sulle riforme e fallisse le trattative in Europa, dove l'inedita coalizione italiana tra forze "populiste" è bersagliata da attacchi politici e mediatici quotidiani.