Oggi, giovedì 12 luglio, l’Ufficio di Presidenza di Montecitorio dovrebbe approvare la delibera per i tagli dei vitalizi voluta dal Movimento 5 Stelle. Si tratta di uno dei capisaldi della campagna elettorale dei deputati pentastellati ed è indirizzato al superamento del sistema vitalistico attraverso un ricalcolo mediante il sistema contributivo.

Grande soddisfazione è stata espressa dal leader del Movimento, nonché Ministro del lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che, durante la sua intervista a “Uno Mattina”, ha dichiarato: “Oggi è una giornata storica, almeno per il simbolo che rappresenta questa decisione, che, dopo oltre 30 anni, sancisce un principio chiaro: se hai versato i contributi il vitalizio ti spetta, se non li hai versato non ti tocca”.

Cosa prevede il taglio dei vitalizi

Su un totale di 1405 vitalizi erogati dalla Camera dei Deputati, 1338 dovrebbero venire ricalcolati e abbassati, mentre solo 67 – ossia coloro che hanno versato contributi per 4-5 legislature – dovrebbero essere esenti dai tagli. Secondo i calcoli, si stima che la delibera presentata dal Presidente della Camera, Roberto Fico, porterebbe un risparmio di circa 40 milioni di euro. È stato, inoltre, fissato un tetto minimo mensile di 980 euro, che andrà a tutti coloro che hanno ricoperto le rispettive cariche per una sola legislatura. Diversamente, il minimo per chi subirà una decurtazione superiore al 50% sarà di 1470 euro. Per quanto riguarda le tempistiche, si auspica che le nuove direttive, se approvate, possano entrare in vigore dal primo novembre.

Il taglio dei vitalizi, tuttavia, non è una battaglia cara solo al Movimento 5 stelle. Già ad aprile, infatti, il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, aveva denunciato la scarsa trasparenza dimostrata negli anni passati dalla Camera dei Deputati, aggiungendo che un possibile ricalcolo su base contributiva degli assegni erogati da Montecitorio avrebbe portato ad un risparmio annuo di circa 150 milioni.

Immediate sono state le reazioni contrarie degli ex parlamentari che ancora ricevono il vitalizio calcolato su base retributiva – e non contributiva -, i quali hanno gridato alla “vendetta Politica”. Nonostante ciò, al momento del voto non dovrebbero esserci sorprese, anche se si tratta di una questione particolarmente scottante.

E' previsto l'assenso della Lega, il cui leader, Matteo Salvini, ha dichiarato in merito che “prima lo si fa, meglio è, perché i politici non abbiano nulla in più e nulla in meno rispetto a tutti gli altri cittadini”.