La procura di Agrigento, qualche giorno fa, indagando sul caso della Nave Diciotti ormeggiata al porto di Catania, ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati il ministro dell'interno Matteo Salvini. Il fatto ha suscitato diverse reazioni politiche: in molti hanno si sono dimostrati solidali con il leader leghista, compreso Luigi Di Maio. Salvini ha annunciato che non si avvalerà dell'immunità parlamentare, ovvero permetterà alla magistratura di procedere nei suoi confronti.
Salvini si farà processare
Il vicepremier è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio dalla procura di Agrigento.
"Se il Tribunale dirà che devo essere processato andrò di fronte ai magistrati spiegando che non sono un sequestratore...non negherò l'autorizzazione a procedere. Voglio spiegare le ragione della mia scelta sulla nave Diciotti, cioè il mio dovere di difendere i confini italiani", ha dichiarato il ministro ai giornali. Salvini si dice anche amareggiato per l'indagine e le accuse pesanti mosse dai magistrati nei suoi confronti, ma "questo non cambierà la mia politica sull'immigrazione", ha ribadito. Ciò che più ha sorpreso il leader del Carroccio è stata l'accusa per sequestro di persona, "un reato orribile", come lo ha definito Salvini. L'inchiesta partita da Agrigento, secondo il ministro dell'interno, si rivelerà un boomerang poiché la maggioranza degli italiani è dalla parte del leghista anche in questa vicenda: messaggi di solidarietà li ha ricevuti da Berlusconi e dalla Meloni, oltre che da diverse migliaia di suoi sostenitori.
La redistribuzione dei migranti della Diciotti
I migranti della nave della Guardia Costiera, ormai tutti sbarcati e collocati in un centro d'accoglienza a Messina, saranno redistribuiti secondo l'accordo che lo stesso Salvini si vanta di aver concluso personalmente: 20 in Albania, 20 in Irlanda e i rimanenti a carico della Cei.
L'accordo è stato raggiunto in meno di 24 ore, al telefono, direttamente dal ministro il quale è riuscito a persuadere gli albanesi, gli irlandesi e i funzionari della chiesa. "Sono un peccatore e un divorziato, ma con il mio lavoro cerco di difendere i valori cattolici. Se fossi veramente così tremendo, i vescovi avrebbero accettato di trattare con me?", ha poi concluso Salvini la sua intervista ai giornali. Il ministro si dice contento della solidarietà ricevuta da Berlusconi ma, allo stesso tempo, dispiaciuto per le posizioni di Forza Italia che sono troppo vicine al Partito Democratico.