Il lavoro svolto da Luigi Di Maio per risolvere il caso Ilva, non ha soddisfatto le aspettative di alcuni esponenti locali del Movimento 5 Stelle. Fra loro il consigliere comunale Massimo Battista, ex operaio siderurgico, nonché, membro attivista nel comitato "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti", il quale ha deciso di lasciare il movimento grillino.

Il motivo principale del suo abbandono, ha spiegato ai giornalisti, è il tradimento dell'elettorato di Taranto da parte del Movimento Cinque Stelle. Secondo Battista il M5S non ha rispettato le promesse fatte nel 2017, ovvero, la chiusura dello stabilimento Ilva, la bonifica del territorio e la successiva riconversione economica.

A prova di ciò ha citato i 600.000 volantini distribuiti nella provincia di Taranto durante la campagna elettorale. Infine ha concluso dichiarando il suo scetticismo su una possibile accoglienza "a furor di popolo" del Vicepremier Di Maio, da parte dei tarantini, nella sua prossima visita in città.

Le scritte contro Di Maio apparse su alcune vetrine a Taranto

Le dichiarazioni di Battista trovano conferma, almeno in parte, sulla delusione del fronte anti-Ilva tarantino. Dopo aver raggiunto ufficialmente l'accordo su Ilva, infatti, sono state vandalizzate le vetrine di una delle sedi storiche del M5S a Taranto. Le scritte sulle vetrine sono state interpretate come una nuova forma di protesta contro il movimento e il suo repentino cambiamento ideologico sull'Ilva.

La contestazione principale sull'accordo Ilva raggiunto dal Vicepremier Luigi Di Maio, arriva da chi sperava realmente nella chiusura e nella bonifica del territorio, noto alla cronaca per i casi di tumore legati all'inquinamento dello stabilimento. Chiusura che non è avvenuta, in realtà, è di fatto andata in porto la strada precedentemente tracciata dal Governo Gentiloni, come ha sottolineato anche il segretario dem Martina.

I candidati tarantini del Movimento Cinque Stelle presentatisi ed eletti, sono in maggior parte degli esponenti del mondo ambientalista.

Per anni hanno lottato per la chiusura dello stabilimento Ilva; il loro scopo, una volta eletti, era quello di riconvertire l’acciaieria per la salvaguardia dell'ambiente e soprattutto della salute. Per questi motivi, molti elettori grillini di Taranto hanno mostrato sconforto e delusione verso il governo del cambiamento. Cambiamento, che almeno nella città Taranto, non si è realizzato.