Si terrà per l'ora di pranzo un nuovo vertice sulla manovra di bilancio a Palazzo Chigi. La discussione verrà incentrata su alcune correzioni: resta il 2,4% concordato per il deficit, ma nasce l'idea di una diminuzione dal 2020. Si respira una forte ondata di instabilità nei mercati a seguito dell'approvazione della manovra di bilancio. Instabilità ampiamente prevista dai tecnici ma che, tuttavia, non preoccupa il governo. Il meno impensierito sembrerebbe essere il Ministro degli Interni Matteo Salvini che tiene a sottolineare quanto la manovra sia atta a "mantenere i sacri impegni presi con gli Italiani".

Un atteggiamento che da alcuni viene additato, in particolar modo dall'opposizione, come profondamente irresponsabile.

Apertura alle correzioni

Chiaro il messaggio dei due Vicepremier del Governo giallo-verde al Ministro dell'Economia Giovanni Tria: la linea va difesa con forza in Europa. Rimangono fondamentali i due baluardi, dunque, del deficit 2019 al 2,4% e del reddito di cittadinanza. Appare quindi inamovibile la posizione dell'esecutivo, nonostante le pressioni di Bruxelles. Pressioni che però potrebbero prevedere la bocciatura da parte dell'Unione Europea. Per questa ragione, Lega e M5S, comunicano a Giovanni Tria che sarà garantita la discesa del debito, anche con la disponibilità ad abbassare il deficit per il 2020 e il 2021 sotto la previsione iniziale del 2,4%.

Un cavillo che però sembrerebbe abbia fatto nascere una profonda discussione col Ministro dell'Economia. Attese con ansia le eventuali correzioni.

Il fiato sul collo dei mercati

Le preoccupazioni dei parlamentari appaiono evidenti. Inquietudine giustificata anche dal fatto che, sembrerebbe, il testo del documento economico sia ancora un enigma, un foglio che viene disfatto e poi risistemato, tanto che fonti M5s spiegano che ce ne sarebbero almeno due versioni.

Vanno ancora definiti i punti chiave della manovra che, parrebbe, il Governo si sia prefissato di esplicitare entro la nottata, se non altro per far fronte all'apertura dei mercati dell'indomani. Si parla di un innalzamento dello spread a 302, un numero che crea notevole nervosismo. Il modo per uscirne sembrerebbe esista: ritoccare al ribasso l'ammontare del deficit/Pil nel 2020 e 2021, per garantire l'impegno al calo del debito. Viene messo in conto anche l'effettuazione di tagli alla spesa, a partire da quella dei Ministeri. Ipotesi che tuttavia non si trovano ancora nero su bianco.