Sebbene la tensione con Bruxelles sia ancora palpabile, l'esecutivo Conte rivede i suoi piani di bilancio provando a venire incontro alle richieste della Commisione europea e a tranquillizzare al contempo i mercati e lo spread. Mentre mercoledì mattina è in corso infatti un nuovo vertice sulla manovra a Palazzo Chigi, arrivano dall'altro summit di martedì sera nuovi numeri: il rapporto deficit/pil resterebbe al 2,4 per cento ma solo per il primo dei tre anni della manovra. Secondo quanto annunciato martedì sera dal premier Giuseppe Conte infatti, riporta Tgcom24, nel 2020 il rapporto che regola il debito pubblico scenderà al 2,2 per cento mentre nel 2021 sarà ridimensionato al 2 per cento.

Forse anche a seguito di questa nuova decisione, mercoledì mattina lo spread tra Italia e Germania è calato leggermente da oltre 300 punti del giorno precedente a 284. Alle ore 11.07 di mercoledì si è assestato invece su un valore di 294,9. Questa fase altalenante e di incertezza dei mercati potrebbe tuttavia plausibilmente durare almeno fino a metà ottobre, quando il governo giallo-verde dovrà formalmente presentare alla Commissione la bozza del nuovo piano di bilancio.

Nel caso la bozza venisse respinta infatti, si aprirebbe a un'escalation della crisi che sia l'Europa che l'Italia vogliono però evitare. Per questa ragione, come fa notare l'agenzia Reuters, il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici ha voluto raffreddare gli animi rassicurando: «Non abbiamo alcun interesse a creare una crisi tra la Commissione e l’Italia».

Allo stesso tempo però, è presto per considerare questo aggiustamento del rapporto deficit/Pil come un vero e proprio passo indietro dell'esecutivo Conte, dal momento che M5S e Lega, come dichiarato nei giorni scorsi, sembrano decisi a difendere fino all'ultimo la linea adottata finora. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini non ha infatti usato mezzi termini durante la trasmissione Mattino Cinque, dove ha affermato: «Abbiamo sempre detto che avremmo fatto manovra coraggiosa anche se in Europa ci avrebbero bacchettato.

Le minacce dell'Europa non mi interessano e come D'Annunzio dico: me ne frego!». Anche per il vicepremier Luigi Di Maio, che ha parlato in conferenza stampa alla Camera, il rialzo dello spread sarebbe dovuto solamente alla reazioni (per lui eccessive) dei commissari Ue, che avrebbero influito sulla stabilità dei mercati, e non al contenuto del Def in sé.

Ad ogni modo, la ricerca di un punto di incontro tra parti sembra al momento la via più percorribile, e a testimoniarlo è proprio la nuova mossa che Salvini, Di Maio, Tria e Moavero stanno studiando in queste ore a Palazzo Chigi.