Matteo Renzi è arrivato sulla scena con la fama del "rottamatore", ma anche e soprattutto, forse, come il primo politico social. E' arrivato sulla cresta dell'onda diventando prima Sindaco di Firenze e poi Presidente del Consiglio anche attraverso una certa capacità di acquisire consenso, soprattutto tra i giovani, attraverso i social network e la sua pagina a Facebook. Sfruttare i nuovi mezzi, però, comporta molto spesso un filo fin troppo diretto con cittadini ed elettorato che non si fanno problemi a manifestare a chiare lettere i propri problemi, a volte anche toni forti. Accade, dunque, che si ci si trovi a rispondere allo stesso modo senza filtri.
Ed è quello che è accaduto a Matteo Renzi che, pur avendo svestito i panni del premier, non rinuncia alle dirette Facebook in cui racconta il proprio punto di vista da senatore. Posizione da cui ha dovuto fornire la propria replica ad un cittadino che lamentava l'impossibilità ad arrivare alla fine del mese.
Renzi dice che è un senatore per volontà degli italiani
"Vi dovete vergognare. Noi del popolo non ce la facciamo ad arrivare alla fine del mese". A scriverlo è uno dei tanti follower di Matteo Renzi che sceglie di partecipare attivamente alla diretta Facebook dell'ex segretario del Pd. Si tratta di uno dei tanti cittadini in difficoltà economica che prova a riversare il proprio malcontento su una classe politica che continua ad avere troppi privilegi nell'immaginare collettivo e, probabilmente, anche in concreto.
La risposta di Renzi è singolare. "Lo stipendio al Senato - ha detto l'esponente del Pd - me lo paghi tu, caro concittadino, perché sono stato votato, ma anche perché un referendum ha detto che il Senato doveva continuare ad esserci" . Il riferimento va naturalmente a quel famoso referendum che vide Renzi perdente rispetto alla sua idea di riformare l'elezione e la composizione del Senato e che lo portò a porre fine alla sua esperienza di Presidente del Consiglio.
Renzi non ama il concetto di popolo
La risposta di Matteo Renzi sembra quasi un tentativo di togliersi un sassolino dalla scarpa in memoria di quella pagina di democrazia che, di fatto, chiuse la sua esperienza da premier. E non ama quando viene tirato in ballo il concetto del "popolo", anche perché il populismo, per definizione, appartiene ad altre forze politiche che non sono, evidentemente, il Pd. "Io trovo - ha chiosato - che sia abbastanza stancante e noioso".