Lega e Movimento Cinque Stelle, nelle ultime settimane, hanno conosciuto anche momenti di tensione. Fasi in cui le divergenze d'opinione di due partiti fortemente eterogenei sono venuti a galla, dando adite a previsioni persino apocalittiche per il governo Conte. C'è però un fronte su cui la maggioranza continua ad essere fortemente unita ed è quello che porta alle frizioni con l'Europa che chiede neanche troppo velatamente di rivedere la manovra, abbassare il termine e rinunciare a qualche misura tra quelle più costose. Il reddito di cittadinanza e Quota 100, autentici marchi di fabbrica per l'esecutivo in carica, sarebbero quantomeno a rischio.
Un'ipotesi che né l'anima grillina, né quella leghista del Governo intendono contemplare. A ribadirlo è stato il Ministro dell'Interno nel corso di un'intervista rilasciata al Tg2, il cui video è stato postato sulla pagina Facebook del leader del Carroccio.
Salvini risponde a Moscovici
A sollevare la polemica è stato il commissario europeo Moscovici che non ha gradito le esternazioni di Salvini che, con ironia, ha detto di aspettare la letterina di Babbo Natale, dopo aver ricevuto quella dell'Ue che minacciava l'inizio della procedura per eccesso di debito. Il politico francese ha chiesto "rispetto", ma la richiesta non è stata accolta dal leader del Viminale che, anzi, ha inteso rispondere in maniera piccata.
Ha evidenziato che sono gli italiani a meritare rispetto. "I signori di Bruxelles - rivela Salvini - ci hanno dato dei venditori di tappeti, degli accattoni, dei falsari". Il ministro ha inteso sottolineare il ruolo dell'Italia come paese fondatore dell'Unione Europea e che ogni anno paga cinque miliardi di euro per restare dentro un sistema che non restituisce molto al Bel Paese.
"Gli italiani - tuona - pagano lo stipendio a questi commissari che ci insultano, mandano gli ispettori, controllano e non hanno mai mosso un dito quando Francia e Germania facevano quello che volevano".
Salvini non vuole indietreggiare
Salvini non si è inoltre mostrato timoroso dinnanzi a quello che percepisce come un ricatto di Bruxelles, mettendo in risalto che evitare la procedura di infrazione equivarrebbe ad adottare tagli alla sanità, alla scuola, alla Polizia, a mandare la gente in pensione a 70 anni. "Mi rifiuto - ha evidenziato - di credere che uno dei paesi come l'Italia che dà più soldi possa essere sanzionata. Noi - ha concluso Salvini - andiamo avanti".