Se da un lato, la bocciatura della legge di bilancio da parte della Commissione europea era scontata, lo sono meno le reazioni in seno al Governo e alla maggioranza. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, seguito dal Ministro del Lavoro Di Maio, si dicono disponibili al dialogo con la UE, in particolare il Premier Conte, dopo aver ricalcato in aula il procedimento previsto sulla procedura di infrazione, si dice pronto a discutere in Europa la legge di bilancio, dichiara infatti in aula: "ci riserviamo di predisporre una replica dettagliata ed esaustiva", a tale scopo, la prima opportunità che ha il Governo per replicare alle obiezioni dei commissari UE, sarà con "le controdeduzioni che il Governo potrà formulare a beneficio dell'ECOFIN in merito alle raccomandazioni della Commissione".

Il discorso del Presidente Conte è stato da più parti criticato perché considerato volutamente tecnico e retorico. Anche Di Maio, leader dei 5 Stelle prova a smorzare i toni, dichiarando che "con l'Europa serve dialogo ad oltranza".

Dal Ministro Tria in audizione al Senato, invece arriva un velato allarme sui tassi di interesse per i nuovi mutui che ad ottobre sono aumentati di 7 punti portando la media a 1,87%, dicendosi però convinto che il sistema bancario italiano sia al sicuro come i risparmi dei cittadini.

Moscovici no a trattativa da mercanti, Salvini pazienza finita

Di altro avviso è il leader del Carroccio Matteo Salvini che si dichiara fermo sulla manovra, e non indietreggia. Per il commissario francese Moscovici, "con l'Italia serve più che mai il dialogo", ma anche che la questione non debba diventare una trattativa da mercanti di tappeti, ribadendo il ruolo insindacabile di arbitro che ha la Commissione europea.

Parole queste che hanno fatto indignare il leader della Lega, che si sfoga "il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua ad insultare l'Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani - continua Salvini - ora basta, la pazienza è finita".

Maggioranza no a suicidio economico assistito, spread colpa del terrorismo mediatico e delle dichiarazioni estemporanee dei commissari UE

In Parlamento alla Camera ieri, dopo il discorso del premier si sono susseguite le dichiarazioni dei gruppi parlamentari, Il MoVimento 5 Stelle e Lega si scagliano conto il terrorismo mediatico creato intorno alla legge economica, il quale ha avuto come effetto quello di far schizzare lo Spread, che intanto oggi si attesta intorno ai 310 punti, sottolineando come le molte dichiarazione da parte dei burocrati di Bruxelles abbiano esposto l'Italia alla speculazione dei mercati.

I deputati gialloverdi cercano di fare quadrato attorno al Governo, considerato anche il recente scivolone sul Ddl Anticorruzione, si dichiarano unanimi nel considerare l'Italia ostaggio di un Europa che vuole impedirne la crescita. Addirittura il deputato D'Uva, M5S, chiede al Governo di impedire che la bocciatura freni gli interventi programmati, anzi che se applicate le raccomandazioni della Commisiione, per l'Italia che arranca dopo anni di austerità, sarebbero come un suicidio (economico ndr) assistito.

Opposizioni divise: PD e FI attaccano il Governo, per FdI serve collaborazione, distensione, e responsabilità

Per il PD e Forza Italia, il Governo cerca il consenso elettorale con una manovra economica che danneggia l'Italia e gli italiani.

Per mezzo del deputato Padoan ex ministro dell'economia, il PD critica l'esecutivo, in quanto ha preso una rotta sbagliata, in direzione inversa alle riforme strutturali richieste dall'Europa, giustificando quindi anche il parere negativo sulla legge di Bilancio da parte della Commissione. L'on. Brunetta (FI) dal canto suo, attacca il Premier accusandolo di non essere comprensibile proponendo al Parlamento "discorsi da Azzeccagarbugli". Mentre da Fratelli d'Italia arrivano segnali di distensione Politica i quali però chiedono più investimenti nella ricerca e sull'innovazione piuttosto che in assistenzialismo.

Italia e UE sempre più distanti, con un governo che non vuole retrocedere, l'Italia si mette a capo di un movimento sovranista europeo, fa la voce grossa, mette in discussione un intero meccanismo di accordi e trattati, mentre i nostri partners europei ci guardano con apprensione. La procedura di infrazione sembra il primo segnale che prelude ad uno scontro di identità e ideologie.