Non accennano a placarsi le polemiche, politiche più che musicali, conseguenti alla vittoria di Mahmood nella sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo. La Lega ha infatti presentato una nuova proposta di legge, il cui scopo sarebbe quello di obbligare tutte le emittenti radiofoniche a passare almeno una canzone italiana ogni tre. La proposta può essere strettamente collegata al sopracitato trionfo del cantante milanese di origine sarda ed egiziana.
L'esponente leghista Morelli – primo firmatario di questo disegno di legge, che sta già ampiamente facendo discutere on line – nel descrivere la proposta ha infatti espressamente citato la contestata vittoria di Mahmood, nonostante il suo pezzo 'Soldi', sia da considerare italiano al 100 %, essendo infatti stato scritto, prodotto e interpretato soltanto da italiani.
Queste le parole di Morelli: "La vittoria di Mahmood a Sanremo dimostra come le grandi lobby abbiano ormai la meglio sulla musica".
'Prima gli italiani', anche nella musica, la proposta della Lega
La proposta del Carroccio si focalizza in seconda battuta anche sugli emergenti, ovviamente italiani. Il disegno della Lega prevede infatti che le radio concedano il 10% delle loro programmazioni ai nuovi artisti.
A vigilare sulla concreta attuazione della legge dovrebbe essere l'Autoritá per le Garanzie nelle Comunicazioni, che in caso di frequenti inosservanze da parte delle radio potrebbe arrivare addirittura a sospendere le attività delle emittenti per un lasso di tempo che andrebbe dagli otto ai trenta giorni.
Stando ai dati raccolti dalle ultime indagini di mercato, attualmente il quantitativo medio di canzoni italiane nella programmazione delle 10 emittenti più ascoltate ammonterebbe circa al 23%, con picchi inferiori al 10%.
Gli obiettivi della proposta e l'esempio francese
L'obbiettivo della proposta é ben più pragmatico di quanto possa apparire in un primo momento.
Secondo Morelli infatti, che in passato é stato anche direttore della popolare emittente Radio Padania, perpetrare con costanza un'attività come quella teorizzata dal suo disegno di legge vorrebbe dire conferire un concreto sostegno all'industria culturale italiana, e quindi alle tantissime persone che lavorano nel settore.
La proposta, che in Italia sta già facendo discutere, rievoca sotto molti punti di vista una normativa francese, in atto già da molti anni nel paese transalpino, dove le emittenti sono costrette a dedicare circa il 50% della loro programmazione musicale agli artisti nazionali.