L'Italia ha salutato il 2018 con un braccio di ferro abbastanza lungo con l'Unione Europea. L'oggetto del contendere, com'è noto, è stata la manica poco larga avuta dalla Commissione Europa sulla finanziaria e sulle previsioni di investimento in debito per misure come il reddito di cittadinanza e Quota 100. Necessità per il programma governativo italiano tali da giustificare persino la violazione di qualche parametro europeo. Alla fine la procedura d'infrazione è stata scongiurata, ma qualche ruggine sembra esserci ancora. In tal senso fa abbastanza rumore un post apparso su ilblogdellestelle.it, organo ufficiale del Movimento Cinque Stelle, viene rivelata l'esistenza finalizzato a penalizzare i paesi che non si piegano all'austerity.
Si parla di fondi europei
Più volte negli ultimi mesi si è avuta occasione di notare come Matteo Salvini e Luigi Di Maio sia siano scagliati contro la Commissione Europea. Li hanno definiti euroburocrati e difensori degli "zerovirgola" a spese della pelle degli italiani. Attacchi vibranti e diretti, accompagnati da previsioni di svolta destinata ad arrivare alle prossime elezioni europee in cui il vento del cambiamento sarebbe destinato a spazzare via, anche a livello continentale, la vecchia politica. Eventualità anticipata da nuovi partiti egemoni in paesi come l'Italia e da movimenti di protesta piuttosto autorevoli come i gilet gialli che, da settimane, fanno parlare di loro in Francia. Il Movimento Cinque Stelle, però, racconta come già adesso ci sia in atto un piano che avrebbe la funzione di dare minore priorità ai paesi che non osservano l'austerity, rendendo loro la vita più complicata in fatto di accesso ai fondi europei.
La metafora del datore di lavoro
Per spiegare, attraverso il proprio blog, quale sarebbe il piano che viene definito folle il Movimento Cinque Stelle utilizza una metafora. Ciò che potrebbe accadere assomiglia all'eventualità che un datore di lavoro scelga di non pagare più il proprio dipendente poiché il suo debito verso un creditore non scende.
"Nell'Europa delle banche delle multinazionali - si legge - tutto ciò ha un nome:macrocondizionalità". Si tratta di un principio riguardante la programmazione 2014-2020 e se applicato consente di sanzionare con la sospensione totale o parziale di fondi europei verso uno Stato membro che non sia riuscito a ridurre il proprio eccessivo disavanzo.
Bruxelles, secondo ilblogdellestelle.it, avrebbe strumenti per bloccare risorse fondamentali per lo sviluppo e per la lotta al dissesto idrogeologico. Un'eventualità che si materializzerebbe qualora il governo italiano non rispettasse i vincoli del Patto di Stabilità.