Il governo giallo-verde si è insediato ormai da oltre otto mesi, e il cambiamento in termine di politica economica e migratoria si sta già vedendo. Nelle promesse elettorali di entrambe le forze politiche ci sono molti altri provvedimenti che non sono ancora stati attuati: questione di tempo, o non entreranno mai in vigore?
Il M5S: se lo diciamo lo facciamo
Lo slogan più ricorrente utilizzato ultimamente dagli esponenti pentastellati è "Se lo diciamo lo facciamo", andando a indicare l'attuazione di tutte le promesse elettorali (prima dette e ora fatte).
Ma i fatti stanno veramente così?
Il programma elettorale dei 5 stelle era composto da 20 punti: vediamo quali di questi sono diventati legge, quali di questi (si pensa) verranno attuati e quali non saranno mai messi in pratica.
I 20 punti del programma elettorale dei grillini
1. "Via subito 400 leggi inutili". Se è pur vero che si sta cercando di semplificare la burocrazia per le imprese, sicuramente però non sono state smantellate 400 leggi per semplificare il loro lavoro: finora sono stati approvati nuovi decreti, ma l'abrogazione di alcune leggi non si è ancora vista.
2. "Smart nation: nuovo lavoro e lavori nuovi". Una battaglia del M5S è stato sempre l'ambiente: questo punto mira a far nascere nuove professioni grazie all'attenzione posta sulle energie rinnovabili, oltre che per la digitalizzazione già in atto.
Possiamo dire che in questo caso è valido "Se lo diciamo lo facciamo": infatti si sta puntando sempre di più sulle rinnovabili (stop trivelle con il decreto Semplificazioni e incentivi alle auto elettriche) e stanno nascendo nuove professioni grazie al reddito di cittadinanza (i cosiddetti "navigator") e il miliardo stanziato per le start-up innovative.
3. "Reddito di cittadinanza: rimettiamo l'Italia al lavoro". Questo punto, come tutti ben sappiamo, è stato ampiamente rispettato, nonostante le polemiche sollevate per la norma sui lungosoggiornanti e il non accesso al reddito per i clochard.
4. "Pensione di cittadinanza: mai più sotto i 780 euro". Anche in questo caso la promessa è stata mantenuta: infatti a ogni anziano (non in coppia) sarà garantita una pensione minima di 780 euro, per dare dignità a tutti.
5. "Meno tasse, più qualità della vita". Sebbene questo punto non fosse inteso come Flat tax, quest'ultima permetterà comunque meno tasse per tutti. Essa però è valida per ora solo per le partite Iva medio-ricche, ma molto probabilmente nei prossimi anni l'aliquota unica del 15% sarà applicata a tutti i cittadini, anche perché altrimenti Salvini farebbe una pessima figura. I soldi però ci saranno?
6. "Tagli agli sprechi e ai costi della politica: 50 miliardi che tornano ai cittadini". Sebbene non siano 50 miliardi i soldi risparmiati, grazie a questo governo ci sarà un sostanziale risparmio grazie al taglio dei vitalizi per gli ex parlamentari e delle pensioni d'oro, la diminuzione del numero dei parlamentari e il taglio dei loro stipendi (che presto diventerà legge).
7. "Sicurezza e legalità". Anche questo punto risulta messo in atto (anche se non completamente), vista l'assunzione di circa 2000 nuovi poliziotti prevista nel decreto Semplificazioni.
8. "Stop al business dell'immigrazione". Gli sbarchi stanno diminuendo quasi totalmente (come ben tutti sappiamo anche grazie all'azione propagandistica del Ministro dell'interno), sebbene per qualcuno i metodi utilizzati non siano propriamente etici.
9."Tutela dei risparmi dei cittadini". Grazie al risarcimento per i truffati delle banche durante il precedente governo (seppur solo del 30%) e il decreto salva-Carige che mira a risarcire i risparmiatori, anche questo punto può essere considerato come fatto.
10.
"La sanità si prende cura di te". La somma stanziata per la sanità pubblica è simile a quella dei governi precedenti: vedremo se in seguito ci saranno nuovi provvedimenti a favore.
11. "17 miliardi per aiutare le famiglie con figli". Sicuramente non ci saranno 17 miliardi (cifra pari a quasi 3 volte quella stanziata per il reddito di cittadinanza!) per le famiglie, ma ci aspettiamo almeno qualcosa per rispettare le promesse fatte, tra cui i "rimborsi per asilo nido, pannolini e baby sitter" e l' "introduzione iva agevolata per prodotti neonatali, per l'infanzia e per la terza età".
12. "Banca pubblica per gli investimenti". Se con questo punto si intende un fondo del microcredito a sostegno dei medi e piccoli imprenditori (sebbene esso non sia una vera e propria "Banca d'investimento"), possiamo dire che esso si sta formando, soprattutto grazie alle restituzioni degli stipendi dei 5 stelle.
13. "Lotta a corruzione, mafie e conflitti d'interesse". Il primo decreto del ministro della giustizia Bonafede è stato quello Anticorruzione, che prevede, tra le altre cose, daspo per i corrotti e agente sotto copertura. Questa è forse la promessa più mantenuta.
14. "Una giustizia rapida, equa ed efficiente". Se con le norme del decreto prima citato la giustizia può essere diventata più equa ed efficiente, non si può dire però che essa sia ora più rapida, soprattutto con la riforma della prescrizione che entrerà in vigore nel 2020. Ma i due vicepremier assicurano che ci sarà una vera e propria riforma della giustizia.
15. "Green economy: Italia 100% rinnovabile". Nonostante si possa fare di più in questo campo (soprattutto a causa dei governi precedenti, che puntavano sempre più con insistenza sul petrolio), un tentativo c'è stato, con le agevolazioni per le auto elettriche e le sovratasse per determinate auto inquinanti.
16. "Riduzione del rapporto debito pubblico/PIL di 40 punti in 10 anni". Questo è una promessa la cui possibile realizzazione si vedrà tra 10 anni appunto, ma le stime non sono ottimistiche. Infatti ci sono stati investimenti in deficit, che dovrebbero provocare un aumento del PIL tale da ottenere la riduzione promessa: mentre il governo prevede per quest'anno un aumento del PIL dell'1,5% però, il Fondo Monetario Internazionale prevede un aumento del solo 0,2% (se dovesse verificarsi ciò, la promessa non potrà mai essere mantenuta).
17. "Superamento della cosiddetta Buona scuola". In questo caso non si è fatto abbastanza, perché il precariato nelle scuole c'è ancora e non ci sono stati veri provvedimenti per cercare di fermarlo.
18. "Valorizzazione e tutela del Made in Italy". Sebbene in questo caso non si possa mai dire di aver fatto abbastanza, si sta cercando di valorizzare i prodotti italiani, soprattutto con la norma contro le delocalizzazioni contenuta nel Decreto Dignità.
19. "Investimenti produttivi: 50 mld nei settori strategici". Anche in questo caso non saranno mai 50 miliardi i soldi spesi in questo campo, ma, come detto precedentemente, si sta cercando di investire sempre di più nelle rinnovabili e nelle start-up innovative.
20. "Superamento della legge Fornero". Questo punto è già stato messo in atto con Quota 100, la strada è però ancora lunga per arrivare a Quota 41 (prevista dai due vicepremier nei prossimi anni): se anche quest'ultima dovesse entrare in vigore, la promessa può essere considerata mantenuta.
Il M5S mantiene le promesse
Come constatato dalla precedente analisi dei 20 punti, molte promesse risultano non mantenute; mancano però ancora quattro anni alla fine della legislatura, e la maggior parte dei provvedimenti (i quali sono i più consistenti e i più importanti per il rilancio del nostro Paese) sono già stati attuati. Possiamo dire perciò che Di Maio può dire a gran voce "Se lo diciamo lo facciamo", aggiungendo però "o lo faremo".