Armando Siri, sottosegretario leghista alle Infrastrutture, è indagato per corruzione. Avrebbe, secondo l'accusa, incassato una tangente da 30.000 euro per favorire il business dell'eolico siciliano collegato al boss mafioso Mattia Messina Denaro. Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle ha chiesto le dimissioni immediate, mentre Matteo Salvini, capo della Lega, difende ostinatamente il sottosegretario. Il premier Giuseppe Conte ha convocato un Consiglio dei Ministri per decidere le sorti del leghista e sembra determinato a richiederne le dimissioni.
Armando Siri indagato per corruzione
La Procura di Roma sta indagando il senatore della Lega, Armando Siri, perché avrebbe accettato una tangente in cambio dell'inserimento di alcune norme per retrodatare gli incentivi al mini-eolico. Il problema principale è che questi incentivi in Sicilia finiscono troppo spesso in mano alla mafia, che detiene il racket dell'eolico. Queste norme non sono mai state approvate anche grazie al lavoro svolto dalla Direzione investigativa Antimafia di Trapani che ha prontamente indagato su tutta la questione.
L'uomo di collegamento tra Armando Siri e la criminalità organizzata sarebbe Paolo Arata. Quest'ultimo avrebbe fatto pressioni al senatore per inserire le norme in questione, in cambio di una mazzetta da 30.000 euro.
Le norme nello specifico dovevano retrodatare gli incentivi all'eolico in modo da permettere ad alcune società, appartenenti a Vito Nicastri, di poterne usufruire. Il "Re dell'eolico", così è soprannominato Nicastri, sarebbe in realtà un prestanome del boss mafioso Mattia Messina Denaro, attualmente latitante. Inoltre l'imprenditore delle energie rinnovabili si trova ai domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa.
L'inchiesta è partita da alcune intercettazioni tra Paolo Arata e il figlio Francesco - che è un consulente del Carroccio assunto da Giorgietti - in cui si fa esplicito riferimento alla somma di denaro da versare ad Armando Siri. Il politico leghista chiamato a difendersi ha scelto di non rispondere alle domande dei magistrati per ora.
Pro o contro Armando Siri
Il caso di corruzione è diventato velocemente un caso politico oltre che giudiziario. Il Movimento 5 Stelle si batte da sempre contro la corruzione e il suo capogruppo Luigi Di Maio non si è fatto attendere nella richiesta di dimissioni del senatore. Il M5S esige risposte. In vista del Consiglio dei Ministri di mercoledì 8 Maggio è apparso sui profili social di Di Maio un lungo post in cui esprime la sua posizione in merito.
Di atteggiamento opposto è il capo della Lega. Matteo Salvini ha dichiarato pubblicamente che si opporrà all'imposizione di dimissioni del collega. Anzi alcuni esponenti della Lega hanno addirittura minacciato di chiudere i rapporti con gli alleati di governo.
La magistratura intanto seguirà il suo corso, ma il caso di Armando Siri sembra aver scoperchiato un vaso di Pandora che difficilmente si potrà richiudere. Alcuni ministri si sono dovuti dimettere per molto meno e l'attaccamento della Lega al suo uomo potrebbe comportare danni più gravi del previsto anche se Di Maio ha voluto tranquillizzare tutti. La corruzione negli apparati Statali è un fenomeno da prendere seriamente.