Il caso Sea Watch non è ancora chiuso. La capitana tedesca della nave umanitaria battente bandiera olandese, Carola Rackete, si trova in una località segreta in Sicilia in attesa di essere ascoltata dai magistrati di Agrigento. La donna deve ancora rispondere delle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza a pubblico ufficiale, nonostante la decisione del giudice per le indagini preliminari (gip) agrigentino, Alessandra Vella, di rimetterla in libertà. La combattiva Rackete, intervistata da una tv tedesca, insieme al suo avvocato italiano Alessandro Gamberini, ha annunciato di voler querelare il Ministro dell’Interno Matteo Salvini per diffamazione, Insostenibili, a loro giudizio, le offese e le minacce lanciate a più riprese dal capitano leghista.

Se la Rackete non molla, c’è anche chi, come una sconosciuta signora residente a Benevento, in Campania, ha deciso di denunciare la giudice Vella perché, si legge nel testo della denuncia pubblicato da imolaoggi.it, avrebbe offeso “gli interessi, i sentimenti e i valori dello Stato italiano”.

Denunciato il gip Alessandra Vella che ha deciso di liberare Carola Rackete

Il quotidiano online imolaoggi.it riporta per intero il testo della denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Caltanissetta contro il gip di Agrigento, Alessandra Vella, da una certa signora Ornella Mariani Forni. La donna, che si qualifica come residente a Benevento, apre il suo esposto, redatto insieme al suo legale, con una lunga premessa.

Per prima cosa ritiene che l’ordinanza che ha stabilito la scarcerazione di Carola Rackete apparirebbe “basata su presupposti giuridicamente errati”, considerato che i migranti imbarcati sulla Sea Watch non possono essere considerati “naufraghi” ma persone con una destinazione già definita in precedenza. La resistenza opposta dalla Rackete contro la “nave da guerra” della GdF italiana, poi, avrebbe potuto avere conseguenze gravissime.

Da considerare anche la presa di distanze dalla capitana fatta dal Segretario di Stato olandese per le Migrazioni. La capitana, inoltre, avrebbe potuto dirigersi verso un altro porto, invece di restare per 14 giorni in attesa dello sbarco a Lampedusa. Insomma, a giudizio della signora Mariani, la Rackete si sarebbe rivelata “socialmente pericolosa” perché avrebbe messo a repentaglio la vita dei finanzieri con una “manovra intenzionale di stampo criminale”.

Se condannata, la giudice rischia fino a 12 anni di carcere

Premesso ciò, la signora beneventana passa alla vera e propria denuncia contro il gip Alessandra Vella “la cui decisione offende gli interessi, i sentimenti e i valori dello Stato italiano”. L’accusa è quella di aver commesso il reato di “delitto contro la personalità dello Stato”, perché la Vella avrebbe violato l’articolo 241 del Codice Penale nel quale è scritto che rischia fino a 12 anni di carcere chiunque operi facendo in modo di far finire una parte del territorio italiano sotto la sovranità di un paese straniero. L’autrice della denuncia chiede anche ai magistrati di verificare se la giudice abbia espresso giudizi favorevoli sulla Sea Watch sui social e se abbia lei stessa versato del denaro alla Ong di Carola Rackete, contravvenendo alle leggi. Non esclusa, infine, nemmeno una richiesta danni in quanto cittadina italiana.