Il Dalai Lama ha parlato sulla questione dei migranti africani e musulmani in Europa, che sta avendo il suo culmine in questi giorni in Italia con la Sea Watch 3 di Carola Rackete contro il premier Matteo Salvini. Un affare difficile e controverso in una difficile economia europea che ha stimolato la sensibilità del leader buddista, il quale ha esortato l'Europa ad un "rinsavimento". Necessario al fine di tutelare sia gli europei che i cosiddetti migranti, la maggior parte dei quali non avrebbero titolo per richiedere lo status di rifugiato in Europa.

Il Dalai Lama contro l'Europa sui migranti

Durante un'intervista con la BBC, Il Dalai Lama ha avvertito che l'Europa potrebbe "diventare musulmana o africana" entro poco tempo. Questo se i rifugiati che sono arrivati in maniera clandestina e sono stati accolti tra le frontiere europee non verranno rimandati nei loro paesi d'origine.

Il leader spirituale buddista, che ha vissuto tra l'altro come rifugiato in India dopo la sua fuga dal Tibet nel lontano 1959, si è espresso con preoccupazione verso la "questione migranti". E ha aggiunto che "solo un numero limitato" di migranti dovrebbe poter rimanere. Ha dichiarato inoltre, che "I paesi europei dovrebbero prendere questi rifugiati e dare loro istruzione e formazione.

L'obiettivo è tornare alla propria vita con determinate abilità". Una restituzione alle loro terre in un ciclo ideale che, però, attualmente non si verifica quasi mai.

Alla domanda su che cosa dovrebbe accadere a coloro che vogliono rimanere in Europa, l'83enne guida spirituale ha risposto: "Un numero limitato è sopportabile." Ma accoglierne in maniera eccessiva e indiscriminata potrebbe far diventare tutta l'Europa musulmana o africana.

Cosa impossibile, sostiene il buddista. Il Dalai Lama sostiene che ognuno è migliore nella propria terra d'origine

Non è la prima volta che il Dalai lama si esprime in questa direzione. Già lo scorso anno, nel suo discorso a Malmo, in Svezia, il Dalai Lama aveva ribadito come ognuno sia migliore nella propria terra d'origine.

Cosa che ha ribadito lo scorso settembre durante un discorso pubblico a Rotterdam.

"Loro stessi sono migliori nella loro terra d'origine. - ha ribadito il leader buddista - Meglio quindi mantenere l'Europa per gli europei". A cui ha aggiunto un pensiero definito saggio e altruista: "La maggior parte di questi rifugiati pensa alle proprie terre come a casa, anche se al momento ci sono molte morti, bullismo e sofferenza in quei posti".

Questa la causa, dunque, che li avrebbe portati alla fuga. Il Dalai Lama sostiene che esista un'unica soluzione. Secondo lui, a breve termine, i paesi Europei dovrebbero fornire riparo e istruzione, con l'obiettivo che alla fine i migranti possano essere in grado di tornare indietro a ricostruire i loro paesi.

Se sia fattibile o meno, questo è ancora da vedere. Di sicuro, non tutti gli stati europei adottano le stesse regole di ingresso, prediligendo figure già formate (cultura universitaria, professione certa) al posto di migranti privi di competenze accertate. Alcuni stati, addirittura, portano in Italia i migranti indesiderati nella propria nazione. È il celeberrimo caso di Bardonecchia in cui si vede un'auto della gendarmeria francese scaricare all'interno del confine italiano alcuni uomini di colore scartati dalla Francia.