Da diversi giorni si sta parlando molto del cosiddetto "Russiagate italiano", ossia dei presunti fondi russi alla Lega. L'uomo al centro della vicenda, nata a seguito di un'inchiesta del sito statunitense Buzzfeed, è l'ex portavoce di Salvini e fondatore dell'associazione culturale Lombardia-Russia Gianluca Savoini. Nelle ultime ore, riporta un articolo pubblicato su Repubblica, sta facendo discutere una foto che ritrae lo stesso Savoini insieme al noto pensatore russo Aleksandr Dugin e al consulente bancario Francesco Vannucci.

La foto è stata scattata davanti all'hotel moscovita Metropol. Tale immagine è datata 17 ottobre 2018, lo stesso giorno della visita ufficiale di Salvini nella capitale della Russia.

I sospetti sull'intellettuale russo

Stando a quanto riportato da un articolo pubblicato sulla testata online diretta da Open (di cui Enrico Mentana è editore e fondatore), vi sarebbero dei sospetti sul fatto che lo stesso Dugin potrebbe aver avuto un ruolo nella presunta trattativa Lega-Russia. Secondo tali ipotesi, il filosofo russo sarebbe il coordinatore dei legami tra il Governo di Mosca e il gruppo italiano composto da Savoini, Vannucci e Gianluca Meranda.

Inoltre, stando sempre all'articolo di Open, nella registrazione audio pubblicata da Buzzfeed si sentirebbe Savoini dire a Meranda che anche Dugin gli avrebbe confermato l'importanza della loro presenza esclusiva ai fini della trattativa.

Tra neo-eurasiatismo e sovranismo internazionale, chi è Dugin

Da diverso tempo alcuni opinionisti sostengono che Aleksandr Dugin sarebbe molto vicino al Governo di Putin e inoltre lo descrivono come una sorta di "novello Rasputin". Bisogna dire che tale presunta vicinanza del filosofo ai circoli putiniani è ben poco chiara e quindi non è un dato certo. D'altra parte, è pur vero che il pensiero neo-eurasiatista portato avanti dall'intellettuale è considerato influente in certi settori dell'entourage russo e corrisponde parzialmente all'agenda geopolitica portata avanti dal governo putiniano.

Il neo-eurasiatismo infatti si basa sul rafforzamento della Russia e sulla lotta contro l'egemonia atlantista portata avanti dalla Nato e dagli Stati Uniti D'America. Oltre a ciò, Dugin è sempre di più apprezzato da alcuni circoli culturali legati a partiti e a movimenti internazionali di matrice sovranista. Tale vicinanza ideologica è considerata fondamentale per chi vede il filosofo neo-eurasiatista come uno dei maggiori riferimenti intellettuali, nonché ispiratori, dell'attuale trend internazionale del sovranismo.