Matteo Salvini in vacanza sulle spiagge di Milano Marittima con il figlio si è reso protagonista dell'ennesimo caso, che sta dando vita a un nuovo scontro, sia con la stampa che politico. Il figlio 16enne del Ministro in riva al mare, dopo una foto con i poliziotti in servizio, ha chiesto di poter fare un giro sulla potente Moto d'acqua, poi accontentato.

Sulla spiaggia, ovviamente presente il circo mediatico che segue ovunque Matteo Salvini, tra gli altri anche un cronista e videomaker di Repubblica, che stava riprendendo la scena. Proprio mentre era intento nel filmare è stato avvicinato da due poliziotti in costume che avrebbero imposto all'uomo di non riprendere, chiedendo poi i documenti, chiedendo poi con un linguaggio duro e perentorio a smetterla.

Questo l'antefatto della nuova polemica politica in corso in queste ore, nonché la presa di posizione della stampa tutta in difesa del libero diritto di cronaca sancito dall'articolo 21 della Costituzione, dalla Federazione all'Ordine dei giornalisti.

Il figlio di Salvini su moto d'acqua della Polizia e intimazione a non riprendere, interviene l'Ordine dei giornalisti

Una vicenda, quella del figlio di Salvini sulla moto d'acqua della Polizia, che ha fatto sollevare lo scontro politico, non tanto per il giro di divertimento ma per l'intimazione degli agenti sulla spiaggia a non riprendere la scena verso un reporter. Beppe Giulietti, presidente Fnsi, a Repubblica ha così commentato: "Nessuno può intimare a un cronista di abbassare la videocamera".

Certamente fa strano sentire la scorta di un Ministro che è anche giornalista intimare di non riprendere a un reporter un fatto pubblico su una spiaggia che coinvolge una delle personalità più importanti del momento. La presa di posizione dell'Ordine dei giornalisti con Carlo Verna è ferma: "E Salvini dovrebbe chiedere scusa soprattutto al giornalista minacciato mentre svolgeva il proprio lavoro".

Il leader del Carroccio invece che chiedere scusa per il comportamento sopra le righe dei suoi agenti verso la stampa si è limitato a definire quanto accaduto un "errore da papà" per aver chiesto ai poliziotti di far divertire il figlio su un mezzo delle forze dell'ordine.

Proprio Carlo Verna ha stigmatizzato in maniera dura l'episodio grave, si aspettano delle scuse dal Ministro soprattutto al reporter a cui è stato vietato di svolgere la propria professione di giornalista.

Mentre per la Federazione della Stampa l'episodio è "inaccettabile".

Le reazioni del mondo politico sull'accaduto

La politica ha subito cavalcato l'onda della cronaca di questo fatto, il vicepremier M5S Luigi Di Maio ha dichiarato "piena solidarietà al giornalista". Fratoianni di Sinistra Italiana spera invece che gli accertamenti della questura di Ravenna siano celeri. Infatti sul caso per accertare eventuali violazioni sull'uso improprio dei mezzi in servizio e su eventuali abusi della scorta del Ministro è già stata avviata un'inchiesta interna.