Oggi, martedì 20 agosto, sarà una giornata chiave per questa strana crisi di governo. Alle ore 15, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlerà infatti in Aula al Senato. Il contenuto delle sue comunicazioni è ancora un mistero, ma certamente non perderà l'occasione per difendere l'operato del suo esecutivo e per "inchiodare" Matteo Salvini alle sue responsabilità. Intanto, il ministro dell'Interno, a Radio 24 ha dichiarato "Che senso ha un governo con tutti dentro 'contro' di me?"

Cosa potrebbe succedere in Aula

Alle ore 14.30 è in programma la Conferenza dei Capigruppo durante la quale si stabiliranno i tempi e le modalità del dibattito successivo alle comunicazioni del premier.

In questa occasione, i partiti mostreranno le eventuali risoluzioni presentate. Poi, dopo l'intervento del presidente del Consiglio Conte, avrà inizio il dibattito e non è escluso che si giunga al voto sulle risoluzioni. È bene precisare che non si tratta di un voto di fiducia (a meno che il premier stesso non la ponga).

A questo punto, si possono aprire tre diversi scenari. L'ipotesi più probabile è che il premier Conte decida di giocare d'anticipo sul voto e, bloccando il lavoro del Parlamento, annunci la sua intenzione di salire al Colle per dimettersi. Il presidente del Consiglio, però, una volta terminate le sue comunicazioni potrebbe anche attendere il dibattito ed il voto sulle eventuali risoluzioni presentate dalle varie forze politiche.

Se scegliesse questa opzione, il premier, salirebbe al Quirinale solo dopo che la Lega avrà votato la mozione di sfiducia al governo.

Il terzo scenario è quello considerato più improbabile. Conte, infatti, potrebbe anche lasciare uno "spiraglio" per consentire una "ricucitura" in extremis del rapporto tra M5s e Lega e permettere, quindi, alla maggioranza gialloverde di ricomporsi.

Vito Crimi (Movimento 5 stelle) ha comunicato che i pentastellati esprimeranno il loro voto dopo aver ascoltato le comunicazioni del premier Conte e non escludono che possano presentare una mozione a suo favore.

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, invece, dopo aver annunciato che ascolterà "senza pregiudizi" il discorso di Conte, nelle scorse ore non ha rilasciato nuove dichiarazioni in merito.

Ai microfoni di Radio 24 si è limitato a ripetere che solo chi ha paura di perdere la poltrona ha paura del voto; poi ha spiegato che un governo per poter fare, deve essere forte e ha precisato che la Lega ha già definito la manovra economica ed è pronta ad abbassare le tasse e a rilanciare l'economia e gli investimenti.

Il calendario della crisi

Se il premier Conte, oggi, decidesse di non dimettersi e se nessun partito volesse chiedere il voto dell'emiciclo, il "calendario della crisi" prevede che il presidente del Consiglio si presenti, domani, alle ore 11,30 alla Camera per ribadire le comunicazioni fatte.

Poi, giovedì 22 agosto - sempre a Montecitorio - si eseguirà l’ultima lettura del disegno di legge relativo alla riforma costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari.

Qualora Giuseppe Conte decidesse di rimettere il suo mandato entrerebbe il gioco il presidente Sergio Mattarella. Il Quirinale si aspetta senso di responsabilità e chiarezza dai protagonisti della crisi, ma è pronto ad avviare le consultazioni per accertarsi sull'esistenza di un’altra maggioranza in grado di sorreggere il governo. In caso contrario, dopo le opportune verifiche, si procederebbe allo scioglimento delle Camere e gli italiani si dovrebbero preparare a tornare al voto in autunno.