"Un ribaltone preparato da tempo". Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha definito così, durante una conferenza in Senato, le trattative in corso tra M5S e Pd per la formazione di un nuovo governo giallo-rosso.

L'accordo non è stato ancora siglato, ma sembra che durante gli ultimi incontri con Zingaretti, il ministro del Lavoro Di Mao abbia svelato il suo vero obiettivo: prendere il posto del leader della Lega al Viminale.

Oggi, martedì 27 agosto, a partire dalle ore 16 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella darà il via ad un nuovo giro di consultazioni.

La conferenza stampa di Salvini

Matteo Salvini ieri, nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Senato, ha dato libero sfogo a tutta la sua rabbia e al suo malcontento. Affiancato dal ministro delle Politiche Agricole Gianmarco Centinaio, dal titolare delle Politiche Europee Lorenzo Fontana e dai capigruppo parlamentari leghisti Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, il leader del Carroccio ha commentato con amarezza l'accordo che si tra profilando tra pentastellati e dem: "È un'alleanza tra perdenti - ha spiegato - un gioco di palazzo che ha le poltrone come collante".

Parlando di classico "ribaltone all'Italiana", a suo parere quest'intesa sarebbe già stata preparata da tempo: "Se non cambia il Presidente del Consiglio, ma con disinvoltura si passa dal una settimana all'altra dalla Lega al PD, evidentemente questo è frutto di un accordo nato a Bruxelles, votando la Commissione imposta dalla Merkel e da Macron".

"Si spiegano così i tanti no del governo degli ultimi mesi", ha aggiunto Salvini. Il vicepremier leghista si è detto inorridito all'idea che qualcuno voglia smontare tutto il lavoro fatto dal suo partito in tema di migranti e sicurezza, garantendo al suo elettorato che non starà di certo fermo a guardare.

Subito dopo è tornato sulla possibilità di elezioni anticipate (per lui "la strada maestra") ribadendo con fermezza la sua volontà di tornare al più presto alle urne: "Fateci votare, prima o poi si dovrà votare".

Nelle battute conclusive del suo intervento ha garantito: "Saremo pronti in caso di elezioni con una manovra epocale che col governo dei no sarebbe stata impossibile".

Le trattative M5S-PD

Ieri, a Palazzo Chigi, le delegazioni dem hanno incontrato quelle dei cinquestelle. Un lungo vertice durato circa quattro ore che, però, si è concluso con un nulla di fatto (o quasi). Il PD, sottolineando che non si è parlato di nomi, ha spiegato che "la strada è in salita". Infatti sarebbero emerse delle divergenze sulla manovra economica.

I pentastellati, dal canto loro, hanno riportato una versione completamente diversa dei fatti: "Hanno parlato solamente di ministeri".

Ad ogni modo, nella mattinata di oggi le trattative sono riprese, e ci si attende che presto venga confermata (o smentita) l'intenzione di Luigi DI Maio di prendere il posto occupato finora da Matteo Salvini.

L'Huffington Post sostiene che i negoziati si sarebbero incagliati per via delle eccessive richieste avanzate dal vicepremier M5S. La testata giornalistica ha spiegato che il segretario del PD Nicola Zingaretti si sarebbe detto disposto a ragionare sulla possibilità di un "Conte-bis", ma il leader del Movimento avrebbe posto pesanti condizioni. L'attuale ministro del Lavoro, infatti, non solo vorrebbe essere confermato nel ruolo di vicepremier, ma avrebbe anche rivendicato il Viminale e la nomina a commissario europeo.

Oggi, a partire dalle ore 16, al Quirinale riprenderanno le consultazioni. I primi a salire al Colle da Mattarella saranno i presidenti di Camera (Roberto Fico) e Senato (Maria Elisabetta Alberti Casellati), seguiti dai rappresentanti dei gruppi misti. Domani pomeriggio, invece, sarà la volta della delegazione del Partito Democratico, seguita da quella di Forza Italia, della Lega e del Movimento 5 Stelle.