Il tema della cittadinanza più o meno automatica per i migranti che arrivano nel nostro Paese torna ad infiammare il dibattito politico e nelle piazze, anche quelle virtuali. La notizia è che il disegno di legge che porta come prima firmataria il nome di Laura Boldrini ha ripreso il suo iter parlamentare, bloccato da più di un anno in Commissione Affari Costituzionali. Ma ora che la maggioranza gialloverde formata da M5S e Lega ha cambiato la sua cromatura in giallo-rosso-viola (M5S-Pd-Renzi), sembra che il vento stia cambiando anche per quanto riguarda il tema immigrazione.

La cittadinanza ai migranti, adesso che Matteo Salvini non siede più al Viminale, non sembra più un tabù. Certo, magari il governo Conte Due non si spingerà fino ad approvare una legge sullo ius soli, ovvero la cittadinanza automatica per i figli di stranieri regolari nati in Italia. Ma ci sono buone probabilità di veder passare il cosiddetto ius culturae, ovvero cittadinanza acquisita al termine di un ciclo scolastico. La destra sovranista insorge, con Giorgia Meloni che annuncia una raccolta firme, mentre sui social impazzano i detrattori, compreso Francesco Storace.

Cittadinanza ai migranti, Giorgia Meloni avvia una raccolta firme

La notizia che il governo Conte vuole riaprire il capitolo della cittadinanza ai migranti sta letteralmente facendo esplodere di rabbia quella parte di partiti politici e opinione pubblica definita come destra sovranista.

La prima a gridare tutto il suo sdegno contro il tentativo di dare la “cittadinanza automatica agli immigrati”, è Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia, in un breve video postato su Facebook, chiede sarcasticamente quale sia il primo provvedimento sul tavolo del governo giallorosso. “Tagliare le tasse, combattere la povertà, aiutare le famiglie o difendere le aziende?”.

Ma naturalmente no, si risponde lei stessa puntando il dito contro la “legge Boldrini” sullo ius culturae, già bocciata in parlamento, che gli italiani non vogliono, ma che ora M5S e Pd cercano di far rientrare dalla finestra. Per questi motivi la Meloni annuncia l’avvio di una raccolta firme contro questa legge.

Le reazioni social e l’ironia di Francesco Storace

Le reazioni social alla denuncia di Giorgia Meloni contro il ddl Boldrini sono state furiose, come del resto ci si poteva aspettare. “Pare che sia l'unico e il primo impegno che la sinistra ha nei confronti del popolo italiano...ma non si vergognano?”, commenta così una utente il post della Meloni. “Era abbastanza scontato. Se non hanno i voti vanno a prenderseli in Africa”, ci va giù pesante un altro. “La raccolta firme è necessaria per ricordare a costoro che stanno abusando della pazienza della maggior parte degli italiani”, avverte minaccioso un altro ancora. Insomma, il popolo social della destra sovranista insorge. Ma c’è un tweet che supera tutti gli altri, se non altro per fantasia.

È quello di Francesco Storace, direttore del Secolo d’Italia ed ex ‘colonnello finiano’ di AN. “A quando lo iusannatevene?”, cinguetta a caratteri cubitali il noto politico. Oltre che per i suoi trascorsi partitici, Storace resta ancora famoso (anche se lui ha smentito più volte) per la risposta fornita nel 2000 ad un giornalista che gli chiedeva di dire qualcosa di destra. “A fro...”, replicò lui senza pensarci due volte.