Quella per il 2020 è una manovra finanziaria molto attesa in particolar modo per due motivi correlati tra di loro. Il primo è la necessità di scongiurare l'azionamento delle clausole di salvaguardia dell'Iva che comporterebbero l'aumento di questa imposta trasversale, l'altro è dove trovare le risorse per evitare che ciò che accadesse. Nicola Porro, nella sua consueta rubrica Zuppa di Porro, non ha usato giri di parole per manifestare le sue critiche sul fatto che, per far quadrare i conti, si sia optato per tasse come quelle sulla plastica. Un'imposta indirizzata alle aziende e che avrebbe anche un intento ambientalista, ma che secondo Porro finirà per gravare in maniera pesante sulle tasche degli italiani: il perché sarebbe rappresentato dal fatto che si tratta di un materiale molto più presente di quanto si possa immaginare o pensare.
Porro critico sull'incertezza sulla manovra
I tempi stringono: già lunedì si dovrà presentare il disegno di legge relativo alla manovra finanziaria, ma continua a serpeggiare una certa volatilità rispetto alle intenzioni che ci sarebbero sulle direzioni da intraprendere. Un fatto sottolineato dallo stesso Porro: "La manovra - evidenzia - cambia ogni giorno". C'è attesa per capire come alla fine si sceglierà di coprire il mancato aumento dell'Iva che deriverebbe dall'attivarsi delle clausole di salvaguardia e la plastic tax rappresenta uno degli strumenti che si adotteranno. Un sistema che da una parte avrà la funzione di garantire un gettito fiscale, dall'altro avrà la funzione di scoraggiare l'utilizzo di un materiale che, a detta di molti, rappresenta un fattore inquinante.
Porro evidenzia la presenza della plastica nel quotidiano
Porro, però, non sembra condividere la visione ambientalista dell'imposta. "Non tasse sull'inquinamento - tuona - come dice quel ca... di Grillo che ha detto tutto ed il contrario di tutto. Inutile ascoltare un cretino in malafede come Grillo". A quel punto, facendo riferimento a dei dati apparsi sul Quotidiano Nazionale, mette in rilievo quelli che, in realtà, sono gli aspetti che potrebbero di più interessare gli italiani e le loro tasche.
Con una tassa sulla plastica lo scenario evidenziato da Pollo è chiaro: "Sono tra 138 e 168 euro di aggravio a persona". E non manca la notazione a chi invita i consumatori ad affidarsi ad altri tipi di packaging: "Peccato - tuona il giornalista - che anche il tetrapak è tassato, perché è fatto di plastica. Il polistirolo è di plastica, i tappi sono di plastica, il cellophane del prosciutto crudo è di plastica.
La plastica è modernità".
La tassa sulla plastica, verosimilmente, finirà per incidere sui costi dei consumatori e di conseguenza rappresenterà un costo aggiuntivo per gli italiani. Questo è il messaggio che Porro vuole chiarire.