Clima incerto e di attesa al Quirinale per la risoluzione positiva della crisi dell'Ex Ilva. Grande attesa viene riposta dal Colle nel ruolo del premier Giuseppe Conte. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, ci si aspetta che la questione venga risolta al più presto in modo favorevole, in modo da evitare possibili crisi che potrebbero minacciare la stabilità dell'esecutivo, oltre alla perdita di migliaia di posti di lavoro. Tutto è cominciato nella giornata di lunedì, quando il gruppo di imprenditori anglo-indiano Arcelor Mittal ha espresso la volontà di rescindere il contratto per l'acquisizione dell'Ilva Spa.

Le attese del Quirinale

Come riporta Il Fatto Quotidiano, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella attende con fiducia i colloqui tra Giuseppe Conte e i vertici aziendali di Arcelor Mittal in merito alla crisi dell'ex Ilva che rischia di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro per l'acciaieria di Taranto. Dal colle si osserva la situazione con preoccupazione crescente e si teme che la situazione possa degenerare: la crisi dell'impianto industriale viene vista infatti, come riporta Wanda Marra, come "un punto di non ritorno rispetto alle difficoltà dell'esecutivo". Per questo tra Palazzo Chigi e il Quirinale avverranno in queste ultime ore contatti molto frequenti.

Fonti del governo, intanto, garantiscono che l'approccio che Conte terrà non sarà affatto morbido.

Lo stesso premier avrebbe ammonito il gruppo di imprenditori franco-indiano che ha promosso, presso il tribunale di Milano, un'iniziativa di carattere giudiziario per "far accertare la legittimità dell'atto di recesso". Conte invita il gruppo a ripensarci, perché sarà, così facendo, "una battaglia legale durissima".

Clima teso nella maggioranza

E la giornata di ieri è stata già critica, e non sono mancate divisioni all'interno della maggioranza. Per i democratici la chiusura dell'Ilva è da scongiurare a tutti i costi, e ne va della credibilità dell'esecutivo. E Zingaretti punta il dito contro il Movimento Cinque Stelle: secondo Il Fatto, starebbe pensando di far cadere il governo in concomitanza delle elezioni regionali in Emilia Romagna di fine gennaio.

L'obiettivo è non perdere una regione importantissima per il centrosinistra.

E da presidente della Regione Lazio, lo stesso Zingaretti ha chiuso le porte ad un eventuale entrata in giunta dei Cinque Stelle. Segnali che non lasciano ben presagire. Nel frattempo, c'è da segnalare l'insofferenza di Matteo Renzi, da tempo agitato per alcune misure previste nella prossima manovra economica. E nel Pd il ministro della Cultura Dario Franceschini preme per un Movimento che sia il più possibile libero dal capo politico Luigi Di Maio.