Disastri, catastrofi, tragedie in genere. Sono tutti scenari in cui le immagini televisive divulgate propongono Vigili del fuoco che, con coraggio, non si risparmiano davanti alle difficoltà, in nome della divisa che portano e della loro missione di spendersi per gli altri senza paura. C'è, però, un risvolto della medaglia ed è quello raccontato da Repubblica che raccoglie la denuncia di alcuni pompieri secondo i quali anche questo governo sarebbe pronto a varare una Legge di Bilancio che non riconosce ai Vigili del fuoco quanto dovrebbe essere considerato il minimo sindacale.
Secondo quanto denunciato da Luca Cipriani, capo squadra dei pompieri di Verona, sarebbero molteplici le criticità derivanti da uno scarso investimento di risorse nel settore: dalla necessità di pagarsi, almeno inizialmente, le cure per infortuni sul lavoro, fino ad un vistoso squilibrio di retribuzione con altri corpi delle forze dell'ordine o colleghi di altri Paesi d'Europa.
Stipendi bassi e carenza d'organico
A distanza di 15 anni, i Vigili del fuoco sono pronti a tornare in piazza per manifestare in favore dei loro diritti. Le manifestazioni, indette da Cgil-Cisl-Uil, si articoleranno in quattro giornate: 21 novembre, 1, 12 e 21 dicembre.
Guadagnano 400 euro in meno al mese rispetto ad altri Corpi che fanno capo allo Stato e ben 600 in meno rispetto ai colleghi di altri Paesi. Sono sotto organico, considerato che quelli operativi sono circa 30.000 e oggi per ogni intervento si richiedono mediamente 20 minuti.
Dalla politica solo promesse
Il problema che, però, lamentano maggiormente i Vigili del fuoco è il fatto che, nonostante la mansione assai rischiosa ed esposta a problemi fisici, non dispongano di una copertura assicurativa. Luca rivela, infatti, come ogni infortunio o malattia professionale richiede che ciascun pompiere si trovi a pagarsi in maniera autonoma le proprie cure. "Dopo peripezie burocratiche - sottolinea - arriviamo a indennizzi che non superano i 2000-2500 euro, mentre tutti gli altri dipendenti pubblici hanno l'Inail che li prende in carico da subito, noi siamo lasciati da soli davanti allo Stato".
E la provocazione che lancia è abbastanza dura: "Meglio morire che infortunarsi". Un'espressione apparentemente cinica, ma caratterizzata, nel racconto del cronista, da commozione. Il dato di fatto è che, per lo meno, le famiglie delle vittime dispongono della copertura garantita dal fondo vittime del dovere. Si tratta naturalmente di temi che vengono trattati al momento di rinnovare il contratto di lavoro, dove entra in scena la Politica e le proprie scelte economiche. "Nella legge di bilancio di questo governo - evidenzia Luca - nonostante le tante promesse, ci sono solo una ventina di milioni". Una cifra che, a quanto pare, non basterà per migliorare la situazione, ma solo a coprire gli straordinari resi necessari dall'insufficienza di personale.