La sentenza di primo grado pronunciata ieri, 14 novembre, dalla Corte di Assise all’interno dell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, non ha certo messo la parola fine sul caso di Stefano Cucchi. Il giovane romano morto nel 2009 in conseguenza del pestaggio effettuato da alcuni carabinieri dopo il suo arresto per possesso di droga, questo afferma la sentenza, non trova ancora pace. Non sono pochi, infatti, gli esponenti politici che hanno deciso di commentare con parole di disprezzo, e in difesa dei militari dell’Arma, l’esito del processo che ha visto condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.

Pena di due anni e sei mesi per falso, invece, per il ‘pentito’ Francesco Tedesco. Carlo Giovanardi, da sempre avversario dei Cucchi, chiede di aspettare la sentenza definitiva e non ci pensa proprio a scusarsi con la famiglia. Matteo Salvini, invece, dichiara sarcasticamente che quanto accaduto a Stefano “dimostra che la droga fa male”. Parole che ora potrebbero costargli una querela.

Il giudizio di Giovanardi: ‘Sentenza ambigua’

La lettura della sentenza sul caso della morte di Stefano Cucchi non ha smosso Carlo Giovanardi e Matteo Salvini dalle loro convinzioni: la responsabilità della morte del giovane romano è da addebitare alla droga e non certo al pestaggio subito dai carabinieri. Sono anni, infatti, che Giovanardi si scontra con la famiglia Cucchi, non lesinando giudizi sprezzanti nei confronti di quello che è sempre stato bollato come un “drogato”.

Ora che i presunti assassini (fino al giudizio definitivo ndr) sono stati condannati a 12 anni di carcere, l’ex parlamentare non ci pensa proprio a cambiare idea, né tanto meno a scusarsi con i Cucchi. “La verità giudiziaria per la nostra Costituzione si afferma con sentenza passato in giudicato - ha dichiarato Giovanardi - vedremo nel processo dei processi cosa emergerà con il verdetto definitivo”.

Le scuse? “Chiedere scusa per cosa? - ha aggiunto soddisfatto - La famiglia Cucchi mi ha querelato e ha avuto torto da parte del gip di Roma che ha archiviato dicendo che Giovanardi ha sempre detto la verità”.

Il commento di Salvini e la reazione di Ilaria Cucchi

Alle gelide parole di Carlo Giovanardi hanno fatto seguito quelle di Matteo Salvini.

“Questo dimostra che la droga fa male”, ha detto il leader della Lega a commento della sentenza. Giudizio che sembra più una provocazione, almeno a giudizio di Ilaria Cucchi. La sorella di Stefano, ospite il 15 novembre di Circo Massimo, il programma radiofonico di Radio Capital condotto da Massimo Giannini, commenta con estrema durezza l’uscita del capitano leghista. “Stefano non è morto di droga, cosa c'entra la droga? - si ribella la Cucchi - Salvini perde sempre l’occasione per stare zitto”. Ilaria, quasi emozionata, aggiunge poi di essere anche lei una madre contro la droga, ma di essersi dovuta battere per anni “contro questi personaggi” i quali hanno il pregiudizio che Stefano sia morto per colpa di quella e non dei carabinieri. “Tanti di questi personaggi sono stati chiamati a rispondere in un'aula di giustizia, e non escludo che il prossimo possa essere proprio Salvini”, conclude la Cucchi.