Il Festival di Sanremo, giunto alla sua settantesima edizione, si preannuncia scoppiettante e non solo dal punto di vista musicale. Le polemiche politiche sono all'ordine del giorno. Dopo l'esclusione e successiva riammissione della giornalista e scrittrice Rula Jebreal, ora a far discutere sono le parole del giovane rapper romano Junior Cally che parteciperà all'esibizione con il brano "No grazie".

Un brano, come spiega in un'intervista al Corriere della Sera, che va contro il populismo e il modo in cui i politici comunicano.

Junior Cally sfida il populismo

Tra gli ospiti meno conosciuti del prossimo festival di Sanremo c'è anche il giovane rapper romano Junior Cally. Il brano con cui parteciperà si intitola No grazie e, come racconta nell'intervista al Corriere, è stato scritto per dire no al populismo che caratterizza la nostra Politica.

A suo avviso la politica italiana vive ormai sulla rete, con i populisti che pensano di risolvere i problemi più importanti facendo video sul social network Tik Tok, o improvvisando soluzioni.

Invece è studiando che si può arrivare a delle soluzioni. Racconta che in una parte del brano parla di "razzismo e mojito" e di qualcuno che pur essendo stato sconfitto rifonda un partito, che ha sì una nuova veste, ma che ripropone gli stessi temi.

Politica come voglia di apparire

Alla domanda della giornalista che gli chiede se si riferisca ai Mattei della politica italiana risponde in modo positivo. "Salvini e Renzi? È abbastanza chiaro". E aggiunge come ormai la politica sia soltanto "attenzione ai social" e "voglia di apparire". Preferisce piuttosto assecondare i meme e le vignette dei politici per dedicarsi alle sue rime da rapper.

Junior Cally, nome d'arte di Antonio Signore, dice di non essere rappresentato da nessuno, ma non trova giusto dire che non gliene frega nulla della politica.

Stima e apprezza il movimento delle sardine per il fatto che ci siano giovani che abbiano deciso di scendere in piazza per voler dire la loro opinione.

La sua storia a Sanremo

Il rapper, che è solito esibirsi con una maschera antigas, racconta che in occasione del festival di Sanremo salirà sul palco anche scoprendo il suo volto, per ripercorrere quella che è stata la sua storia personale e farla conoscere al pubblico dell'Ariston. La sua storia è stata di sofferenza: ha passato molti anni in ospedale per una grave malattia di tipo autoimmune e ha visto molti bambini nel reparto oncologia non farcela.

Ha avuto anche alcuni problemi con la dipendenza da alcol e con la legge, ma tende a precisare che queste per lui sono storie passate.

La musica lo ha aiutato ad uscire dal degrado di Focene, piccolo paese poco fuori Roma dove è cresciuto da ragazzo. La sua maschera è un modo per proteggersi e per uccidere il pregiudizio dei suoi concittadini che non credevano in lui.