Dopo l'annuncio del Dpcm relativo alla Fase 2, il Premier Giuseppe Conte è andato incontro a numerose critiche per non aver preso provvedimenti, a detta dei detrattori, che garantissero maggiore libertà, tenendo ancora bloccata buona parte dell'Italia che lavora. Durante l'intervento di questa mattina alla Camera, il Primo Ministro ha così precisato alcuni punti nevralgici.
'Le misure di prudenza non servono a raccogliere consenso'
Quella tra il dovere di tutelare la salute pubblica e la ricerca di consenso fra i cittadini è una contrapposizione a cui Conte fa riferimento più volte durante il suo intervento: 'Le misure intraprese dall'Esecutivo sono di prudenza anche se impopolari.
Quello per combattere il contagio da Coronavirus non è un programma elettorale destinato a raccogliere consenso'. Il Presidente del Consiglio delimita dunque una linea netta e chiara, che ha tuttavia margini di ridimensionamento: 'Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere, allenteremo ulteriormente le misure assicurando l'apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione e dei servizi alla persone'. Conte ha quindi chiarito uno dei punti su cui le polemiche erano andate a concentrarsi maggiormente, specificando che, se la situazione dei contagi dopo il periodo dal 4 al 17 maggio lo permetterà, le categorie al momento tagliate fuori riceveranno l'ok a tornare a produrre e lavorare.
Tenere sotto controllo l'evoluzione del virus: al via 150.000 test sierologici
Il monitoraggio dell'evoluzione del coronavirus sarà fondamentale per capire se ci sarà la possibilità di allentare le misure restrittive. Questo controllo avverrà anche attraverso 150.000 test sierologici: 'Il complesso di queste iniziative ci aiuterà a valutare il reale quadro di diffusione dell'epidemia'.
Conte ha continuato il suo intervento specificando che dopo questi test, laddove sarà possibile, le Regioni potranno pensare di allentare le misure in modo autonomo. Tuttavia, come evidenziato dal Premier, questo potrà essere fatto su basi scientifiche accertate, e non sull'iniziativa autonoma e senza certezze comprovate da parte degli enti locali.
I deputati della Lega contro Conte
All'inizio del discorso di Conte alla Camera, i deputati della Lega hanno inscenato una protesta poiché il Premier non indossava la mascherina, il tutto nonostante fosse a distanza di sicurezza da tutti i partecipanti nell'aula. Il deputato della Lega Paternoster si è alzato in piedi e ha deciso di togliersi la mascherina in segno di protesta, accendendo così la polemica in aula. La seduta è stata sospesa per qualche minuto dal Presidente della Camera Roberto Fico, che è anche intervenuto sulla questione chiarendo che se ai banchi del Governo è rispettata la distanza di sicurezza, la mascherina può non essere indossata, a differenza delle norme previste per le sedute tra i banchi dei deputati, dove la vicinanza obbliga, invece, ad indossarla.