Sergio Mattarella avrebbe spinto per avere Vittorio Colao a capo della task force sulla fase 2 anche sulla base della possibilità di considerarlo come sostituto di Giuseppe Conte in caso di necessità. È quanto sostiene Claudio Brachino nel corso della trasmissione Tagadà di La 7. Il giornalista ha lasciato ipotizzato che Colao potrebbe quindi essere per Conte una presenza troppo ingombrante con cui convivere. Uno scenario, secondo Brachino, poco auspicabile, visto la necessità di unità nazionale. Perciò, il giornalista ha aggiunto una serie di critiche sul fatto che, al momento, gli Italiani avrebbero bisogno di risposte più concrete per fronteggiare un'emergenza che da sanitaria sta diventando sempre più economica.

Conte e Colao avrebbero opinioni discordanti

Brachino ha parlato anche di un eccesso di "comitatismo", in riferimento alle diverse commissioni di esperti a cui ha scelto di affidarsi il Governo per fronteggiare problemi per i quali la risoluzione si è considerata dipendente da conoscenze più tecniche che politiche. Per qualcuno, gli esperti schierati in campo sono diventati troppi. Proprio su questo punto Brachino ha detto la sua: "Troppi comitati non mi piacciono". Proprio il numero di persone da utilizzare sarebbe, secondo il giornalista, alla base delle diversità di vedute tra Conte Colao. "Alla fine, al di là delle discussioni sul comitato delle fake news, lo sanno tutti - ha detto - ed è stato messo per iscritto che Colao voleva un comitato di cinque persone e ce ne sono 17.

Mattarella avrebbe scelto Colao anche come potenziale premier

Claudio Brachino rivela inoltre un retroscena secondo cui la nomina di Vittorio Colao sarebbe opera di Sergio Mattarella anche in funzione di possibili sviluppi legati alla formazione di un nuovo Governo. "Conte - ha detto il giornalista - sa benissimo che Colao è stato messo lì dal Presidente della Repubblica con un'eventuale potenzialità di sostituzione politica". Una ricostruzione che vuole ipotizzare una contrapposizione involontaria tra i due.

"In questa fase - ha evidenziato Brachino - bisogna essere unitari e semplici per decisioni complesse".

Più che sulla Politica però, secondo Claudio Brachino, bisognerebbe focalizzarsi su altro. "La complessità - ha chiosato - è nel quotidiano, su come vado a lavoro o dove trovo la mascherina. Ci sono piccoli imprenditori che sono andati in banca e si sono trovati funzionari rientrati dalle ferie che non avevano letto i decreti".