Secondo Repubblica, nella serata di ieri, giovedì 11 giugno, il Consiglio dei Ministri ha autorizzato la vendita di due fregate Fremm all'Egitto, paese in cui è stato assassinato il ricercatore Giulio Regeni e incarcerato Patrick Zaky, studente egiziano iscritto all'Università di Bologna. Durante la riunione nessun ministro avrebbe sollevato obiezioni, prendendo atto del parere favorevole dei capi delle delegazioni dei partiti.

L'Italia accetta di vendere armi all'Egitto di Al Sisi

Secondo Tpi, gli accordi tra Italia ed Egitto riguarderebbero un arsenale.

Per prime verranno vendute al paese nordafricano due navi militari, ma in futuro dovrebbero rientrare negli accordi anche sei fregate, 24 cacciabombardieri Eurofighter, una ventina di pattugliatori navali e 24 aerei addestratori M346. L'affare renderebbe l'Egitto il principale acquirente di sistemi militari italiani per un valore totale di circa nove miliardi di euro. Come scrive Repubblica, il governo ci tiene a precisare che "Fincantieri non vende direttamente all'Egitto, ma a un organismo internazionale che ha il compito di gestire l'operazione. Le due fregate spettavano alla Marina militare italiana, che ha però rinunciato in favore del regime di Al Sisi. L'esportazione è stata autorizzata dal ministero degli Esteri".

In seguito all'affare, comunque, la commissione d'inchiesta sul caso Regeni ha deciso di ascoltare urgentemente il presidente del Consiglio Conte.

Palazzotto: 'L'accordo rischia di pregiudicare la verità'

L'accordo commerciale tra Italia ed Egitto non rientra direttamente nella vicenda legata all'uccisione di Giulio Regeni e alla carcerazione di Patrick Zaky.

Nonostante ciò, però, secondo il presidente della commissione d'inchiesta sul caso Regeni Erasmo Palazzotto, stringere accordi commerciali di vendita di armi con il paese che si è rifiutato di collaborare alle indagini sulla morte del giovane ricercatore friulano sarebbe inopportuno. Palazzotto ha dichiarato che l'accordo rischia di compromettere l'inchiesta sul caso Regeni: "L'accordo commerciale tra i due paesi rischia di pregiudicare la ricerca della verità, facendo veicolare il messaggio sbagliato per cui la morte di Regeni appartenga al passato'" Le relazioni tra il nostro paese e quello in cui ha perso la vita Regeni si sono in realtà normalizzate già da diverso tempo.

Nell'agosto 2017 il governo decise di far tornare il nostro ambasciatore al Cairo (mentre in un primo momento era stato richiamato in Italia a causa dei depistaggi egiziani), di fatto interrompendo la già parziale collaborazione sulle indagini. Il timore, ora, è che l'accordo commerciale tra i due paesi possa allontanare ulteriormente la verità sull'omicidio del giovane ricercatore e la scarcerazione dello studente Patrick Zaky.