Joe Biden ha reso noto di aver scelto come sua candidata vicepresidente la senatrice californiana Kamala Harris, che diventa così la prima donna di colore a entrare nel ticket presidenziale di uno dei due maggiori partiti politici americani.

Biden aveva già annunciato che avrebbe scelto una donna ma alla fine è stata lei ad avere la meglio sulle altre esponenti che erano state tenute in considerazione, tra cui la senatrice Elizabeth Warren, la diplomatica Susan Rice e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer.

La notizia ha subito ottenuto il supporto dei maggiori esponenti democratici, fra cui il frontman dell'ala progressista Bernie Sanders e l'ex presidente Barack Obama, mettendo in evidenza come il partito sia ben coeso e concentrato unicamente sul riconquistare la Casa Bianca a novembre.

Chi è Kamala Harris

Kamala Harris, 55 anni, è stata eletta senatrice nel 2017 dopo una lunga carriera come procuratrice generale, prima di San Francisco e poi dell'intera California.

Nel 2020 ha partecipato alle primarie democratiche per la nomination a candidato presidente, ritirandosi dopo che la sua campagna non era riuscita a decollare.

Sebbene sia vista dall'ala più progressista del partito come troppo centrista, Harris rimane comunque una democratica della California (stato molto progressista) con opinioni tutt'altro che moderate.

Cosa pensa degli argomenti che stanno a cuore agli americani

Durante la sua campagna nelle primarie, la senatrice californiana aveva ideato un piano per sostenere gli afroamericani con proposte per porre fine alle incarcerazioni di massa e alla pena di morte, per supportare i ragazzi neri alle prese con le esorbitanti tasse dei college e per la creazione di un sistema nazionale di controllo delle azioni dei poliziotti.

Nelle proteste degli ultimi mesi a seguito della morte di George Floyd è inoltre scesa in piazza in prima persona per chiedere la fine del razzismo sistemico che ogni giorno le persone di colore devono subire.

I rapporti con le grandi industrie sono quelli che più la vanno a definire come centrista. Pur avendo combattuto varie dispute legali contro aziende della Silicon Valley nel periodo in cui era procuratore generale della California, l'ala progressista del partito le critica di non aver fatto abbastanza a sostegno dei più deboli. Durante le primarie si è unita agli altri candidati nella richiesta di un aumento delle tasse alle grandi imprese, per poter diminuire quelle alla classe media.

Dopo un periodo di ambiguità in merito all'introduzione di un servizio sanitario pubblico per sostituire quello attuale, che si basa principalmente su assicurazioni private, ha stilato una propria proposta che va a instaurarsi a metà fra quella super progressista di Sanders e quella più moderata di Biden.

Questa prevedeva l'allargamento a tutti del Medicare (un'opzione di assicurazione sanitaria pubblica per gli over 65 ed i disabili), lasciando comunque la possibilità di scegliere l'opzione privata con condizioni agevolate.

La scorsa settimana ha inoltre pubblicato, insieme ad Alexandria Ocasio-Cortez, giovane esponente di spicco dell'ala più progressista dei democratici, un progetto di legge sulle azioni da intraprendere per salvaguardare il clima e l'ambiente.

Infine, si è dichiarata sostenitrice dell'aumento di salario per gli insegnanti e del controllo sui precedenti penali di chi voglia comprare armi.

Pro e contro di Kamala Harris

Kamala Harris è una candidata dalla grande esperienza che potrà essere di grande aiuto ad una eventuale amministrazione democratica.

Dal punto di vista elettorale, la Harris potrebbe essere fondamentale nel mobilitare alcuni segmenti dell'elettorato democratico, come afroamericani e altre minoranze, mentre le possibilità che dal suo passato fuoriescano scandali sono minime, poiché è già stata ampiamente controllata dai media durante le primarie democratiche di quest'anno. Infine ha ottime doti oratorie, che potranno risultare utilissime nel dibattito fra vicepresidenti che si terrà il 7 ottobre.

La senatrice californiana ha comunque appena ottenuto un insuccesso nelle primarie democratiche e da tempo subisce aspre critiche dalla sinistra più radicale per non aver incriminato, quando lavorava come procuratore generale, numerosi poliziotti rei di aver utilizzato metodi illegali durante il servizio.

Inoltre potrebbe causare un po' di imbarazzo alla campagna, poiché durante un dibattito fra i candidati per le primarie democratiche aveva duramente criticato Biden, a causa della sua opposizione negli anni '70 a una legge che sosteneva gli interessi della popolazione afroamericana.

La scelta fatta dalla campagna di Biden sembra quindi ben giustificata: i suoi pro, infatti, sono decisamente più impattanti dei contro; solitamente i candidati vicepresidente fanno perdere più che guadagnare voti, mentre Kamala Harris sembra essere una figura altamente idonea per questo ruolo.

Una campagna da portare a termine

Biden, secondo i vari sondaggi, nell'ultimo periodo risulta essere in vantaggio in quasi tutti gli stati chiave per vincere le elezioni e Kamala Harris può essere la candidata ideale per aiutarlo nell'impresa di strappare la Casa Bianca a Donald Trump.

Non appena svelata la scelta di Kamala Harris, un profilo Twitter vicino al presidente repubblicano ha subito provveduto a pubblicare un video per attaccarla, descrivendola come una pericolosa estremista di sinistra pronta a guidare le azioni di Biden (visto come un burattino) contro gli interessi americani.

Ora è arrivato il momento di porre l'attenzione alle Convention dei due partiti che si terranno fra pochi giorni e poi allo sprint finale degli ultimi mesi, dibattiti presidenziali compresi.