La morte di George Floyd ha sconvolto l'America e ha generato nove giorni di proteste, manifestazioni e scontri. Ma mentre gli ultimi istanti della vita dell'afroamericano hanno fatto il giro del mondo con l'istantanea del poliziotto Chauvin che preme il ginocchio sul collo dell'uomo, solo in pochi conoscono ciò che è avvenuto prima che il 46enne venisse buttato per terra e ucciso dalla polizia. Il New York Times ha ricostruito la morte di Floyd e lo ha fatto tramite un video di 9 minuti. Il filmato è stato realizzato combinando le immagini delle telecamere e dei testimoni dell'arresto, le grafiche e le telefonate ai numeri di emergenza.
Questa è la sintesi del caso di Cronaca Nera che ha riaperto un dibattito intorno al problema del razzismo in America.
Le sigarette, la banconota da 20 dollari e la chiamata alla polizia
Minneapolis (Stato del Minnesota). È lunedì 25 maggio e mancano pochi minuti alle 20. George Floyd, 46 anni, ha appena lasciato il negozio Cup Food, dove ha acquistato delle sigarette. Floyd, nato a Houston in Texas, fino a qualche mese fa, lavorava come buttafuori ma è rimasto senza lavoro a causa dell'emergenza dovuta al Coronavirus. L'uomo ha raggiunto la sua automobile e sta per lasciare il parcheggio situato lungo la trentottesima strada. Ma i commessi del negozio sono convinti che la banconota da 20 dollari, con cui l'uomo ha pagato le sigarette, sia falsa.
Nonostante gli impiegati abbiano fatto notare l'irregolarità all'uomo, l'afroamericano si è rifiutato di restituire l'acquisto. I commessi non mollano e, dopo aver avvisato la polizia, si dirigono nel parcheggio. I commessi diranno alla polizia che l'uomo era visibilmente ubriaco e fuori controllo.
Due pattuglie e quattro agenti per fermare George Floyd
In pochi minuti arriva la prima pattuglia delle due annunciate ai commessi durante la telefonata. Dalla prima scendono gli agenti Thomas Lane e Alexander Kueng. I due trascinano Floyd fuori dalla macchina e lo ammanettano. L'uomo non reagisce e cade nel tragitto per raggiungere l'automobile della polizia.
Secondo la procura di Minneapolis l'afroamericano si sarebbe rifiutato di salire sulla volante perché claustrofobico. Intanto arriva la seconda pattuglia sulla quale viaggiano gli agenti Tou Thao e Derek Chauvin, già noti alle cronache per essere stati citati nell'esercizio delle loro funzioni rispettivamente 6 e 17 volte. Si scoprirà più tardi che Chauvin era già rimasto coinvolto in tre sparatorie, in una delle quali era morto un uomo.
George Floyd viene spinto a terra, poi la morte
George Floyd viene spinto finché non viene bloccato a terra dagli agenti Lane, Kueng e Chauvin. Il quarto agente, Thao, rimane a diversi metri di distanza dall'automobile. Chauvin immobilizza il quarantaseienne a terra, tenendogli fermi il collo e la schiena con le ginocchia.
Gli altri agenti notano che George Floyd non sta bene e chiedono l'intervento di un'ambulanza, specificando che il caso è da Codice 2 (intervento non urgente). La telefonata diventa presto un Codice 3 (intervento urgente). George Floyd ripete "Mama" e "I can't breathe" (ovvero "Non respiro") e promette agli agenti di salire in automobile. Le persone che assistono alla scena chiedono la liberazione di George Floyd e inveiscono nei confronti degli agenti. L'ambulanza interviene solo venti minuti dopo dalla prima chiamata. Ormai non c'è più nulla da fare. Quando George Floyd viene sdraiato su una barella e viene sollevato, il cuore dell'afroamericano ha già smesso di battere.