La questione migranti diventa spesso un ricettacolo di conflitti ideologici. Tuttavia, nel corso del Versilia Festival è arrivata un'opinione proveniente da un uomo delle istituzioni. A parlarne è stato il capo della Polizia Franco Gabrielli. Lo ha fatto mettendo in evidenza quelle che vanno considerate come criticità ataviche, ma soprattutto evidenziando la necessità di rivedere diversi aspetti. A partire dal modo in cui si valuta il fenomeno. A riportare le sue dichiarazioni è stata l'Adnkronos.

Per Gabrielli non è emergenza circoscritta

Tra i problemi rilevati da Franco Gabrielli c'è il fatto che, da troppo tempo, si affronti il problema con "modalità d'emergenza" come quelle situazioni a cui si riconosce una "durata circoscritta".

Un'analisi della situazione diffusa che cozza con l'evidenza rappresentata da un fenomeno che dura da decenni.

Gabrielli sostiene che la migrazione poggia su tre punti che andrebbero affrontati complessivamente. Fa, in particolare, riferimento ai flussi che "vanno regolati", i rimpatri che "vanno fatti" e l'"integrazione" che "va avviata". In particolare sottolinea come erroneamente oggi si immagina che si possa gestire tutti i flussi non legali con la "protezione umanitaria". Questo genera la presenza di soggetti che si trovano in una situazione che Gabrielli definisce "limbica" che forse il diritto di protezione umanitaria non la riceveranno mai.

Migranti: i risvolti sociali individuati da Gabrielli

Questo è destinato a generare un problema sociale. Gabrielli che conosce bene le dinamiche del territorio, specifica che si dà luogo così "a quelle sacche di marginalità che impatteranno inevitabilmente sulla sicurezza de nostro Paese". Gabrielli, inoltre, ammette di aver sempre guardato con una certa diffidenza coloro i quali hanno palesato un approccio buonista sulla questione.

Gabrielli rivela di avere un approccio diffidente in relazione a quanti immaginano "che si possano accogliere tutti. È una condizione irrealizzabile e anche per certi aspetti ipocrita".

"Le persone che non sono legittimamente nel nostro Paese e, a maggior ragione quelle che delinquono, devono tornare nel loro Paese". Tuttavia, il capo della Polizia ci tiene a sottolineare che le persone non si trattano come "pacchi postali" e ogni azione dovrebbe essere regolata da clausole frutto di accordi di cooperazione internazionale.

Gabrielli confida, inoltre, che l'immigrazione possa essere in un certo senso "deviminalizzata". Il riferimento va al fatto che, secondo il capo della Polizia, il tema sarebbe più opportuno facesse capo a Palazzo Chigi. Un'idea che deriva dal pensiero secondo cui si tratterebbe di un argomento che, per essere affrontato, avrebbe bisogno di una visione progettuale.