L'Alto Adige potrebbe essere la prima regione d'Italia ad applicare un nuovo lockdown duro. In un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa Ansa, l'assessore alla sanità Thomas Widmann ha infatti ammesso che i campanelli d'allarme non possono più essere ignorati. A differenza della prima ondata di Coronavirus, quando nella regione si contavano appena 42 casi, l'Alto Adige registra oggi 750 contagi al giorno.

Le dichiarazioni dell'assessore

Dalla mezzanotte di domenica 8 novembre, l'Alto Adige è diventato zona rossa. Il presidente della regione Arno Kompatscher ha spiegato all'Ansa che è inutile applicare provvedimenti diversi e meno restrittivi.

L'andamento epidemiologico con i numeri in costante crescita non può infatti più essere sottovalutato.

A meno di 24 ore dall'ultimo provvedimento regionale dell'Alto Adige, l'assessore alla sanità ha aperto alla possibilità di un nuovo lockdown con regole ancora più stringenti rispetto a quelle nazionali. Thomas Widmann all'agenzia di stampa Ansa ha dichiarato: "Non abbiamo alternative, altrimenti collassa il sistema sanitario". L'assessore ha spiegato che i danni sarebbero devastanti se nelle strutture ospedaliere non si potessero più garantire interventi chirurgici o trattamenti di chemioterapia. A detta di Widmann non c'è più tempo da perdere: "I campanelli d'allarme non possono più essere ignorati".

Come spiegato dall'assessore, nella prima onda di coronavirus l'Alto Adige è stato chiuso solamente con 42 contagi. Oggi, in regione si contano 750 contagi al giorno. Dal momento che la situazione è peggiorata non ha senso che alcuni cittadini si lamentino per i provvedimenti restrittivi.

Cosa prevede il lockdown rigido

Nel corso del suo intervento, Thomas Widmann ha riportato una breve illustrazione sui nuovi ipotetici provvedimenti che potrebbero essere adottati dalla regione.

Oltre alle attività economiche ridotte al massimo, anche la scuola primaria e media vivrebbero la didattica a distanza. Il provvedimento, però, non dovrebbe comprendere la scuola dell'infanzia.

L'assessore alla sanità ha precisato che l'intento della regione sarebbe quello di attuare un lockdown rigido breve, ma con dei test a tappeto.

Widmann ha infatti sottolineato che prima in Alto Adige venivano eseguiti 30 tamponi al giorno mentre ora si è arrivati anche a 4.000. Le nuove misure restrittive potrebbero essere fondamentali ed utili per evitare la costruzione di ospedali da campo considerato che il sistema sanitario è allo stremo.

Thomas Widmann ha concluso con una precisazione: "Abbiamo garantito la vita pubblica il più lungo possibile". Nella giornata di martedì 10 novembre, la giunta regionale deciderà o meno se applicare un nuovo lockdown più rigido.