Giuseppe Conte ed il suo governo sono chiamati ad affrontare un'emergenza senza precedenti. I Dpcm del premier sono già storia, così come le sue conferenze stampa che li annunciano. In un'epoca dove la comunicazione risulta un aspetto fondamentale di qualsiasi attività, il modo di comunicare non poteva che diventare oggetto di analisi da parte degli esperti. Aldo Grasso, ad esempio, ha posto l'accento su come il premier abbia presentato agli italiani l'ultimo Dpcm. Lo ha fatto sottolineando come oggi ci sia un regista, ossia il portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino, ed un attore, il premier.

Grasso fa, inoltre, menzione al fatto che il premier utilizzerebbe un metodo arcaico nelle sue comunicazioni. Il riferimento va alle così dette grida, richiamando tempi in cui i banditori si preoccupavano di diffondere i messaggi delle autorità con delle vere e proprie urla.

Dpcm: le conferenze di Conte sono già storia

Non gli è sfuggito, ad esempio, che Giuseppe Conte abbia parlato tenendo la mascherina. Un modo per dare l'esempio, se si considera che c'è l'obbligo di indossarla sempre ed anche all'aperto. Aldo Grasso, tuttavia, ne offre una lettura quasi classica [VIDEO]. "Nel teatro greco antico - spiega - le maschere servivano a rappresentare il caratere de personaggi mentre nascondevano l'individualità dell'attore".

A suo avviso "l'ha indossata -scrive - per nascondere uno stato d'animo o debolezza".

Casalino 'regista' secondo Grasso, Conte vorrebbe far sentire in colpa gli italiani

Grasso ha sottolineato come Conte abbia scelto di parlare agli italiani con un "tono notarile". Quello attraverso cui ha spiegato a milioni di cittadini in ascolto tutte quelle che sarebbero state le misure restrittive in base alla varietà cromatica di appartenenza.

L'ultimo Dpcm, infatti, ha di fatto diviso il territorio nazionale in zone gialle, arancioni e rosse. "Perché - si chiede Grasso - l'attore Conte e il regista Casalino hanno scelto questo tipo di comunicazione nello stile grida manzoniane?". Grasso cita il fatto che la grida era un metodo comunicativo utilizzato in funzione dell'ampio analfabetismo e veniva utilizzato soprattutto per incutere timore.

La vena critica nei confronti del premier si legge in un passaggio dove si sottolinea che si chiede agli italiani ciò che avrebbe dovuto fare il governo in un'estate di rilassamento. "Scarica - scrive Grasso - sui governati le manchevolezze di chi ci governa".

Secondo il giornalista le grida di Conte avrebbero avuto la funzione di generare un senso di colpa degli italiani. Sarebbe questo, ad esempio, secondo Grasso, il motivo per il quale non si sarebbe concesso alcun tipo di digressione di tipo motivazionale o passaggio che potesse generare qualche tipo di empatia.