Pierpaolo Sileri lancia l’allarme: “Lo volete capire che siamo in guerra?”. Il viceministro della Salute del governo Conte è ospite di Non è l’Arena nella serata di domenica 8 novembre. Il conduttore del talk show di La7, Massimo Giletti, discute di emergenza Coronavirus con lo stesso Sileri, con l’assessore ai Trasporti della Regione Lombardia Claudia Terzi, con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e con la collega giornalista Myrta Merlino. A suscitare polemiche negli ultimi giorni sono stati i criteri con cui si decide se inserire una regione in zona rossa, arancione o gialla.

La Lombardia, ad esempio, contesta il fatto che la Campania sia finita in zona gialla nonostante il numero preoccupante di contagi. Una polemica che fa infuriare Sileri il quale confida anche che, a suo parere, la Campania subirà presto “restrizioni molto forti”.

L’intervento di Pierpaolo Sileri a Non è l’Arena

“No, non credo che ci siano furbizie con i numeri”, afferma Sileri rispondendo ad una domanda sul fatto se, a suo modo di vedere, qualche regione possa aver fornito dati non esatti sui contagi da coronavirus per cercare di non finire in zona rossa. “Però vi ho specificato e vorrei che questo fosse chiaro per tutti i cittadini - prosegue poi il viceministro - quando il virus corre troppo i numeri sono sicuramente meno accurati.

Quello che viene percepito è diverso dal numero. Se voi mi chiedete cosa penso della Campania dopo aver visto il Cardarelli, penso che stanno facendo uno sforzo sovrumano per rispondere ad un territorio che in alcune aree è davvero assente”.

Sileri sulla Campania: ‘Se continuano così le cose avrà bisogno di restrizioni molto forti’

Parole nette, completate da una sua sensazione personale molto preoccupante. “E la mia percezione è che tra qualche giorno, se continuano così le cose - dichiara Sileri riferito alla Campania - purtroppo anche quella regione avrà bisogno di restrizioni molto forti.

Molto molto forti” ripete. “Ma è il mio percepito stando in mezzo alla popolazione - prosegue - è evidente però che il mio percepito ha bisogno di numeri. E i numeri non vengono solamente da Napoli, da Caserta o da Castel Volturno, ma da tutta la regione. L’analisi di quei numeri consentirà di dire se è necessario trasformarla in una zona rossa o in una zona arancione”.

Il viceministro si emoziona: ‘Voi non immaginate che sofferenza ho io a pensare ai 38.000 morti’

Una volta chiuso il capitolo Campania, Sileri apre quello Lombardia, augurandosi che “ciò che viene fatto” in quella regione, “spero il prima possibile ma dovremo aspettare diversi giorni, possa farla tornare gialla. Perché significa che in ospedale arriveranno meno persone, significa che i miei colleghi non si infetteranno in ospedale, significa che la popolazione sarà più tranquilla.

Non si tratta di colore politico - alza la voce il medico - ma di sicurezza nazionale. E la sicurezza nazionale passa attraverso questo purtroppo che è sacrificio che è in primis nostro che dobbiamo analizzare i dati, gestire, informare ed è una sofferenza”. Ma il suo sfogo non termina qui. “E voi non immaginate che sofferenza ho io a pensare ai 38.000 morti, ai miei colleghi morti, ai miei colleghi che mi chiamano tutti i giorni e mi dicono ‘fate zone rosse perché non ce la facciamo più’ - si infuria - lo vogliamo capire che siamo in guerra e stiamo lottando per salvare l’Italia? Ora, non è il colore politico. Io me ne infischio del M5S, del Pd, della Lega. Chi se ne frega. Si parla di sanità e di salute”, conclude.