Il nuovo Dpcm entrerà in vigore dal 6 novembre e l'Italia sarà divisa in tre in base al livello di rischio e di chiusure. Si può riassumere così ciò che Giuseppe Conte ha annunciato nella conferenza stampa di mercoledì sera. A finire in zona rossa ci sono Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Calabria. Nel livello di rischio intermedio ci sono unicamente Sicilia e Puglia. La catalogazione del Comitato Tecnico Scientifico è avvenuta sui dati del periodo 19-25 ottobre. Il completamento dei report e soprattutto l’aggiornamento delle indagini statistiche relative al range temporale 26-1 novembre potrebbe portare a nuove ordinanze del Ministero della Sanità.

In particolare, secondo quanto riporta il quotidiano, Campania, Veneto, Liguria e Toscana potrebbero cambiare ‘colore’ e diventare arancioni.

Dpcm: altre regioni potrebbero passare da giallo ad arancione

Da giallo ad arancione le restrizioni si fanno considerevoli. Nel secondo caso vengono chiuse tutte le attività di ristorazione (bar, pasticcerie, gelaterie, ristoranti e pizzerie) anche dalle 5 alle 18 e l’unica possibilità di restare operativi è rappresentata da asporto e consegna a domicilio. Senza dimenticare il coprifuoco a partire dalle 22 che era già valido per le aree ‘gialle’. La mobilità al di fuori del proprio comune è subordinata a motivi stringenti di necessità, lavoro o salute. Ed è il destino che potrebbe toccare alle regioni che potrebbero essere oggetto di una revisione dell’ordinanza.

A spiegarlo è Repubblica che, per primo, pone il caso Campania. Gli appelli del governatore VIncenzo De Luca descrivevano uno scenario problematico, al momento interessato dal livello minimo di rischio tra quelli introdotti dal governo.

Coronavirus: dati 26 ottobre - 1 novembre saranno decisivi

Presto, però, potrebbero cambiare le cose.

Venerdì sarà infatti anche il giorno in cui l’Istituto Superiore di Sanità si riunirà per il suo vertice periodico. “Produrrà - scrive Repubblica - un altro monitoraggio in base al quale ci saranno certamente da inasprire le misure per certe regioni che passeranno così da gialle ad arancioni o da arancioni rosse”.

La necessità di un ravvedimento così repentino nasce dal fatto che le attuali valutazioni sono arrivate su dati non troppo aggiornati, alla base del fatto che gli ultimi arrivati e relativi agli ultimissimi giorni non sono stati ritenuti completi come quelli che si avranno venerdì.

In questo caso si andranno a valutare regioni come Liguria e Toscana, per le quali si parla di “passaggio delicato”. Dopo lo scontro relativo agli indici Rt, qualora avessero numeri negativi nel periodo che si andrà a considerare (26 ottobre-1 novembre) potrebbero finire in zona arancione. Stesso destino, secondo Repubblica, potrebbe toccare a Toscana e Campania. Non resta che attendere l’eventuale arrivo di nuove ordinanze. E non è da escludere che con misure restrittive non arrivino anche nuovi scontri con i governatori.

Occorre ricordare che la collocazione delle regioni nei rispettivi colori e la gradazione delle misure risulta totalmente modulabile ogni quattordici giorni, in base all'evoluzione epidemiologica rilevata dall'Istituto Superiore di Sanità.