C'è attesa per il nuovo Dpcm per l'emergenza coronavirus. Quello attuale, in vigore dal 6 novembre, scadrà il prossimo 3 dicembre. A partire dal 4 andrà in vigore quello per il quale già da ora si sta iniziando a lavorare. L'auspicio è che i buoni segnali palesati dalla curva del contagio proseguano e si possa operare in maniera tale da allentare le restrizioni. Le misure messe in campo al momento sembrano funzionare, ma non c'è alcuna voglia di disperdere i sacrifici fatti. Ed è questa la motivazione per la quale non è lecito attendersi riaperture totali.

Il dato assodato è che non sarà un "Natale da liberi tutti". Tuttavia, c'è consapevolezza di quanto il periodo dia propulsione ai consumi e all'economia, ragion per cui anche nei vertici governativi si condivide l'esigenza di allentare alcune restrizioni. L'altro aspetto da tenere ben presente è che il prossimo Dpcm dovrebbe disciplinare le norme fino all'inizio del 2021, per questo bisogna attendersi un decreto che contenga norme graduali in base alle situazioni epidemiologiche che si profileranno, così come indicazioni sui giorni di Natale e Capodanno.

Dpcm: quando riaprono le scuole?

Al momento non è lecito attendersi alcun cambiamento relativamente alla didattica. Almeno per quelle che sono le norme disposte da Roma e che prevedono la didattica a distanza per le scuole superiori e le università.

Per i più piccoli, invece, occorre attenersi ad eventuali norme più restrittive che possono essere disposte dalle regioni e che, in molti casi, in questa fase dispongono anche per quelle fasce d'età l'impossibilità a frequentare fisicamente gli istituti scolastici. Il prossimo Dpcm dovrebbe individuare uno scenario in cui i licei e università non dovrebbero rivedere alunni in aula prima del 6 gennaio 2021.

Riaperture negozi, bar e ristoranti: resta la questione territoriale

Nelle zone arancioni e gialle i negozi al dettaglio, anche quelli non essenziali, sono aperti tuttora. L'idea è che, in quelle aree, a partire dal 4 dicembre vengano prolungati gli orari di apertura. In tal modo di consentirà un afflusso contingentato evitando potenziali resse per lo shopping pre-natalizio.

Potrebbe, inoltre, essere abrogata la disposizione che prevede la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana. Anche in questo caso potrebbe essere normato l'obbligo di contingentare gli ingressi spalmandoli su un'apertura estesa su più ore di attività. Attenzione, perché l'obiettivo del governo è che il Paese sia quanto più giallo ed arancione possibile in quanto a situazione epidemiologica, ma qualora vi fossero aree rosse l'ipotesi di allentamento è tutta da verificare.

L'allargamento delle restrizioni potrebbe riguardare principalmente zone gialle e arancioni, lo si evince dalle valutazioni che stanno emergendo sulle attività di ristorazione. Nelle aree gialle si sta valutando di riaprire anche di sera bar, ristoranti e pizzerie la sera con l'obbligo di avere al massimo 4 persone a tavolo.

Ad oggi, dopo le 18, possono lavorare unicamente con l'asporto e la consegna a domicilio. Sono, invece, chiusi nelle aree arancioni. Al momento sembrano restringersi le possibilità che l'attività in loco possa essere consentita anche solo a pranzo nelle aree arancioni. Ancora più difficile che avvenga in zona rossa. Improbabile, inoltre, che venga consentito il consumo al banco o al tavolo durante il periodo delle festività dove c'è il rischio che si possano creare assembramenti.

Dpcm, spostamenti tra comuni e Regioni a Natale: non sarà libertà assoluta

Qualora i segnali positivi del rallentamento della crescita della curva dovessero proseguire, c'è consapevolezza del fatto che l'Italia potrebbe essere 'molto gialla' in poche settimane.

Tuttavia, proprio per tutelare quelle aree dove non c'è grande pressione sul sistema sanitario e il virus segna il passo, rischiano di esserci zone rosse dove il livello delle restrizioni (spostamenti compresi) resterà alto. Affinché, però, gli interventi possano essere i più chirurgici possibili la definizione delle zone rosse potrebbe essere definita su scala provinciale o locale.

Quello della mobilità, così come quello del coprifuoco (soprattutto a Natale e Capodanno), sono temi che al momento restano un'incognita più di altri. La certezza è che non ci sarà libertà assoluta.