Il nuovo Dpcm è in vigore dal 4 dicembre. Tuttavia, al momento e al netto di qualche variazione del colore proprio di ciascuna zona, è cambiato poco rispetto al decreto firmato da Giuseppe Conte nel mese di dicembre. Il giorno in cui si vivrà la reale stretta relativa al periodo natalizio sarà il 21 dicembre. Nuove limitazioni agli spostamenti saranno messe in campo, per evitare che i giorni a cavallo delle festività possano tramutarsi in una nuova ondata di contagi.

Questa è la fase in cui si è attesa delle Faq, ossia di ulteriori chiarimenti che il governo darà in merito al Dcpm.

Ci saranno perciò risposte su quei punti che non trovano un chiarimento preciso nel testo del decreto e si capirà che tipo di deroghe esistono.

Secondo Agostino Miozzo il rischio è che ad ogni eventuale e possibile apertura da parte di chi è chiamato a decidere, possano corrispondere comportamenti di persone che intravedono lo spiraglio normativo e provano a spalancare la sporta. Un comportamento che, a suo avviso, non dovrebbe essere consentito andando ad adottare una linea dura nei confronti di chi sceglie di violare le norme presentando alle autorità un'autocertificazione falsa. Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico ha spiegato il suo punto di vista nel corso di una lunga intervista rilasciata al Messaggero.

Dpcm: gli spostamenti e il problema furbetti

Nei giorni scorsi, ad esempio, si è sollevata l'opportunità di mantenere o meno la limitazione agli spostamenti extra-comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Un'idea che trova l'opposizione di chi mette in rilievo come ci siano comuni di poche migliaia di abitanti equiparate a metropoli.

Lo stesso Miozzo sottolinea come esistano disparità in base alla grandezza del luogo in cui si vive. Tuttavia, evidenzia anche alcuni punti. "Il rischio - ha precisato - è che un'eccezione diventi una sorta di via libera esiste sempre soprattutto in Italia, dove tendiamo a non avere lo stesso rispetto delle regole delle indicazioni del governo che hanno in Nord Europa".

Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico ha messo in risalto come nel corso del primo lockdown il comportamento impeccabile degli italiani abbia stupito tutti. Tuttavia ha anche inteso esprimere il parere secondo cui l'eventuale messa in campo di deroghe, potrebbe equivalere ad innalzare il livello di difficoltà nello gestire la situazione.

Violazione dpcm e autocertificazione falsa: per Miozzo bisogna cambiare le coseguenze

A rovinare i sacrificio degli italiani potrebbero essere quelli che Miozzo definisce 'furbetti'. Volendoli inquadrare possono essere considerati coloro i quali violano le restrizioni, magari con un'autocertificazione falsa. "Alterano - ha detto il medico - l'equilibrio tra ordinario e raccomandazione, sono quelli che navigano negli spazi lasciati dalle migliori intenzioni del governo".

"Non puoi - ha proseguito - dargli solo la multa di 300 euro. Devi perseguirlo effettivamente con una denuncia per falso in atto pubblico. Per estremizzare bisogna portarlo davanti ad un giudice penale, così c'è il rischio che non si prendano sotto gamba le misure".

L'idea di Miozzo è che non si equipari la violazione delle norme al mancato rispetto di un divieto di sosta, altrimenti sussiste sempre il rischio di trovare, come lui stesso specifica, qualcuno che dica: "Chi se ne frega".

Come più volte sottolineato da diversi esperti c'è l'esigenza che l'arrivo del Natale non corrisponda ad un periodo in cui si arrivi a decretare un "nuovo liberi tutti". E le norme contenute dal Dpcm, anche per quelli che sono i giorni di festa, sono chiare e rigide. Una scelta che suona anche come un messaggio forte e chiaro verso la popolazione rispetto alla necessità di vivere le festività in modo sobrio ed in modo poco tradizionale.