Mario Monti loda il M5S per il voto positivo sulla riforma del Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Dopo giorni di drammatici scontri politici all’interno della maggioranza che sostiene il governo Conte, alla fine la votazione alla Camera, e soprattutto in Senato dove i numeri sono più incerti, si è svolta senza intoppi. Anche il M5S, in maniera quasi compatta salvo alcune defezioni, ha detto sì alla riforma del Mes. Una circostanza che spinge il senatore a vita Monti a ricordare, durante il suo intervento in aula, che l’azione di “pedagogia didattica” nei confronti dei pentastellati alla fine “ha dato i suoi frutti”.

Il parlamento italiano approva la riforma del Mes

Nella serata di mercoledì 9 dicembre, anche l’aula del Senato, dopo quella della Camera, ha approvato la riforma del Mes. 156 i voti a favore (cinque in meno rispetto alla maggioranza assoluta di 161 senatori), 129 contrari e quattro astenuti, questo il risultato della votazione. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrà così partecipare al prossimo Consiglio europeo forte del voto positivo del parlamento italiano.

Mes, assenze e voti contrari tra le file del M5S

Prima del voto finale sulla riforma del Mes a Palazzo Madama, a preoccupare erano le eventuali defezioni di massa nel M5S. A conti fatti, però, dopo un accordo di massima raggiunto con i dissidenti pentastellati, nove senatori M5S, di cui solo quattro giustificati, non hanno partecipato al voto.

Gli altri cinque sono il presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, Laura Angrisani, Rosa Abate, Margherita Corrado, Fabrizio Trentacoste. Solo due, invece, sono stati i voti contrari (i senatori Mattia Crucioli e Bianca Laura Granato).

Mario Monti ammette: ‘Qualche volta si ascolta anche senza volerlo’

Da segnalare, l’intervento in aula dell’ex premier Mario Monti. “So che quello del Mes era ed è un tema non facile per il M5S - dichiara il senatore a vita del Gruppo misto - non facile ma, lo penso da tempo, non impossibile. Monti racconta che, durante le sedute di Palazzo Madama, gli sia capitato spesso di ascoltare, "anche senza volerlo", le impressioni e i giudizi dei colleghi pentastellati sul Meccanismo europeo di stabilità che, a suo dire, non sarebbe stato un "argomento impossibile".

Insomma, secondo Monti, il Movimento aveva solo "bisogno di un impegno di pedagogia didattica". Un impegno che sembrerebbe "finalmente sia avvenuto e abbia dato i suoi frutti, consentendo persino ad una forza, che si presentava con connotati così diversi al momento della sua apparizione in scena, di scoprire che non aveva proprio niente contro l’Europa”, conclude Monti.