Ci sarà un nuovo Dpcm tra i primi provvedimenti da parte del governo Draghi? La risposta è: probabilmente sì. Quello attualmente in vigore scade il prossimo 5 marzo. Per il 15 febbraio dovrebbero essere, invece, prorogati i divieti di spostamento per regioni. Non si potrà quindi varcare i confini regionali, anche tra zone gialle, senza comprovati motivi di lavoro, salute o necessità.

Potranno, invece, riaprire gli impianti sciistici e sarà possibile spostarsi verso le seconde case, a patto che queste fossero nella disponibilità già da prima del 14 gennaio 2021 e anche ove fossero fuori dalla regione di partenza.

Nuovo Dpcm, arriverà a marzo?

Lunedì 15 febbraio dovrebbero, invece, riaprire le stazioni sciistiche. I divieti relativi agli spostamenti interregionali renderanno possibilmente solo il raggiungimento di luoghi che si trovino nella stessa regioni. Si potrà superare il divieto di spostamento qualora si possa raggiungere una seconda casa, non per andare in albergo o in una casa affittata.

C'è attesa per capire quello che accadrà a marzo. Ma soprattutto quali potranno essere i nuovi orientamenti del nuovo governo. Alla scadenza dell'attuale Dpcm soprattutto bar e ristoranti potrebbero puntare a poter aprire la sera. Il Comitato Tecnico Scientifico, pur sottolineando i rischi di eventuali aperture, ha già fissato un rigido protocollo per riaperture con i massimi standard di sicurezza possibili.

Riaperture bar e ristoranti la sera, la situazione

L'orientamento potrebbe essere quello di aprire anche in orari serali nelle zone gialle e solo a pranzo in arancione. L'ipotesi ad oggi prevedrebbe comunque un mantenimento del coprifuoco.

In merito all'apertura di ristoranti in orari serali si è espresso proprio il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Agostino Miozzo.

In un'intervista rilasciata a Repubbica si è manifestato possibilista, ma ha anche sottolineato la necessità che perché ciò avvenga sarebbe opportuno che ci siano controlli importanti. Non a caso ha parlato anche di esercito da mettere in campo per i prossimi due o tre mesi per fare in modo che nei luoghi di maggiore affollamento possano esserci solo comportamenti responsabili.

Sempre per il mese di marzo pare esserci qualche margine affinché possa tornare ad essere consentita la ripresa delle attività di palestre e centri sportivi dove è possibile svolgere attività individuale. Anche in questo caso ci sarebbero da rispettare rigidi protocolli. Per gli sport di squadra, invece, ci sarebbe da attendere tempi migliori in fatto di situazione epidemiologica

Puntano alla riapertura, magari anch'essi a marzo, anche cinema e teatri.

Anche in questo caso sarebbero messe in campo delle strategie per il contingentamento degli ingressi, ma anche la disposizione di sala di persone con posizionamenti distanziati e con una presenza di persone sensibilmente inferiore alla capienza massima.

Non bisogna dimenticare che, almeno in teoria, ciascuna ragione potrebbe raggiungere un livello di contagi tale da finire in zona bianca. Basta, infatti, segnare meno 50 casi settimanali per 100.000 abitanti per entrare in una dimensione dove decadono praticamente tutte le restrizioni. Fatte salve, ovviamente, quelle generiche: l'obbligo di indossare la mascherina, il divieto di assembramenti e il mantenimento del distanziamento sociale.

Nuovo Dpcm, inciderà la questione varianti?

Si tratta di uno scenario che, al momento, è lontano per quasi tutte le regioni.

E, a dire la verità, c'è anche un po' di timore rispetto alla possibilità che l'arrivo di nuove varianti possa in qualche modo contribuire a peggiorare la situzione. Ed è uno dei motivi per il quale anche il nuovo governo potrebbe scegliere la linea della prudenza.

Le prime rilevazioni sulla diffusione del virus arrivati all'Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute, grazie ai dati trasmessi dalle regioni, permettono di avere una prima idea sulla presenza della variante inglese presente in Italia. In particolare, sulla base della campionatura, si stima che il 17,8% dei tamponi positivi in Italia potrebbero essere ricondotti al ceppo virale britannico.

La particolarità di questa struttura del virus è che si caratterizza per una maggiore diffusibilità.

Questo, nel tempo, potrebbe portare ad una nuova crescita dei contagi. In poco tempo si potrebbe passare dal parlare di riaperture in zona gialla a ordinanze che parlano di nuove zone rosse. Un po' come purtroppo sta avvenendo in zone limitate del Paese.