Il Disegno di Legge Zan, proposto dal deputato Alessandro Zan a seguito della prima approvazione (264 Sì; 193 No; 1 astenuto) nell’ormai lontano novembre 2020, è temporaneamente bloccato a causa della contestazione di alcune forze del centrodestra: Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia avrebbero definito “non prioritaria” la legge.

Il senatore della Lega Simone Pillon si è dimostrato l’oppositore per eccellenza: notoriamente contrario all’aborto e alle famiglie arcobaleno, Pillon ha affermato con fermezza - sia a livello personale, che come portavoce del partito - il profondo dissenso verso l’ideologia e la missione di cui si nutre il DDL Zan.

Parte dell’opinione pubblica è in fermento: sono in molti a considerare la legge contro l'omotransfobia più che prioritaria, alla luce delle discriminazioni e violenze che colpiscono sempre più frequentemente la comunità LGBT+.

A sostenere la comunità sono alcuni artisti e content creator italiani, che non hanno timore di prendere posizione. Elodie e Fedez hanno dato il via ad un dibattito molto ampio a sostegno del DDL Zan, alimentato anche da alcune personalità del web: Avvocathy, Murielxo ed AliceLikeAudrey.

Elodie e Fedez

E’ il 31 marzo quando Elodie muove quello che diventerà il primo dei tanti “capi d’accusa” contro Simone Pillon e i disertori della causa LGBT+.

Il suo messaggio è chiaro: l’omotransfobia non dovrebbe trovare spazio in parlamento.

Poco dopo Fedez ha preso posizione attraverso una lunga serie di interventi pubblicati sulle storie di Instagram e sostenendo la raccolta firme “Dà voce al rispetto” lanciata su change a favore del DDL Zan. Il cantante ha anche tenuto una live di divulgazione culturale assieme allo stesso Alessandro Zan, dando vita ad un lungo botta e risposta che ha coinvolto proprio Simone Pillon.

La Torre: 'Pillon chiede rispetto per le sue idee negando libertà e diritti a milioni di persone'

Cathy La Torre, conosciuta sui social come Avvocathy, è un’avvocata specializzata in difesa dei diritti LGBT+.

Autrice di "Nessuna Causa è Persa" (2020) e founder di "Odiare ti costa", un’iniziativa a supporto delle vittime d’odio sul web, si occupa anche di divulgazione social.

"Avvocathy" ha partecipato apertamente al dibattito anche su Twitter, scagliandosi contro Pillon: “Si vanta di ‘aver fermato la Legge Zan’ in Senato. Non ho sufficienti parole per esprimere il mio sdegno. Dico solo una cosa: chi si oppone alla legge Zan arma gli omofobi”.

Murielxo: 'Come si può rispettare qualcuno se si nega l’identità?'

Muriel De Gennaro, MurielXO sui social, è un’attivista body positive e LGBT+, da sempre schierata contro le discriminazioni verso le minoranze.

La content creator si era già esposta pubblicamente contro Pillon che, in occasione della messa in onda di Sanremo 2021, ha definito lo show come un Gay Pride invaso da “Divetti trash che si impiumano e bestemmiano la religione cristiana”.

Nell’appello di oggi, Muriel accusa Pillon di incoerenza: si dice rispettoso di una categoria di persone che neanche considera esistenti.

AliceLikeAudrey: 'Veramente di pessimo gusto'

Anche la beauty influencer Alice Venturi, che non è solita esprimersi sulla dimensione della Politica, ha preso posizione contro Pillon in Tweet animosissimo: “Siamo sui social, è vero, ma da coloro che rappresentano il popolo credo sia lecito aspettarsi un po’ di serietà”.

DDL Zan: cos’è e cosa prevede

Il Decreto di Legge Zan prevede una radicale misura di prevenzione e contrasto nei confronti di qualsiasi forma di odio e atto di violenza scaturita dalla discriminazione verso:

  1. Il sesso biologico o anagrafico
  2. L’identità di genere percepita e/o manifestata dal singolo, indipendentemente dall’adesione a un percorso di transizione. Comprende le manifestazioni non conformi alle aspettative verso i ruoli di genere connessi al sesso biologico.
  3. L’orientamento sessuale e romantico (attrazione affettiva) verso qualsiasi genere
  4. Qualsiasi condizione di disabilità

Tra i provvedimenti previsti, al variare della gravità dell’atto compiuto: sanzione penale fino a 6.000 euro; reclusione o carcere da 6 mesi a 4 anni; aggravante di reato con aumento della pena fino al doppio.

Il Decreto, inoltre, spinge verso una forte politica di sensibilizzazione a sostegno del rispetto e dell’inclusione: a tal proposito, sarebbe istituita la Giornata Nazionale contro l’Omofobia (17 maggio) e sarebbero devoluti 4 milioni di euro all’anno ai centri antiviolenza per le vittime di omofobia e transfobia.