Il 5 aprile, il Ministro della cultura Dario Franceschini ha firmato il decreto per la creazione di un organo denominato Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche e al contempo ha autorizzato l'abolizione definitiva della censura cinematografica.

La dichiarazione del Ministro Dario Franceschini

È stata pubblicata dall'Ufficio Stampa del MiC sul sito web e sui principali canali social ufficiali del Ministero dei Beni Culturali la notizia della modifica alla Legge n.

61 del 1962 Revisione dei film e dei lavori teatrali, mediante l'introduzione del sistema di classificazione delle opere filmiche e il superamento della censura cinematografica. Le parole del Ministro Franceschini sono state le seguenti: “Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti".

Che cos'è la Commissione di classificazione dei Film

A seguito del decreto firmato dal Ministro delle cultura è stato abolito definitivamente il divieto dell'uscita nelle sale o sulle piattaforme dei film e il taglio o la modifica delle pellicole. Conseguentemente è stata istituita una Commissione che avrà il compito di classificare le opere filmiche scegliendo tra le seguenti sezioni: opere per tutti, opere non adatte ai minori di anni 6, opere vietate ai minori di anni 14, opere vietate ai minori di anni 18.

In particolare per i film vietati ai minori di 14 o di 18 anni, i ragazzi che hanno compiuto tra i 12 e i 16 anni potranno entrare in sala accompagnati da un genitore.

La Commissione diretta da Alessandro Pajno è costituita da quarantanove componenti accuratamente selezionati tra figure professionali rilevanti nell'ambito cinematografico e negli aspetti pedagogico-educativi legati alla tutela dei minori e alla comunicazione sociale.

Un passo indietro nella storia: la legge per la censura e i film colpiti dalle denunce

Una grande e indimenticabile azione di censura fu attuata durante il periodo fascista e il dopoguerra. Alcuni film, che oggigiorno definiamo parte fondamentale della storia cinematografica italiana, subirono nel periodo della loro ideazione ripetuti attacchi dalla censura.

Pier Paolo Pasolini fu uno dei registi che ricevette il maggior numero di denunce, tra i suoi film da citare "Salò o le 120 giornate di Sodoma" sequestrato dalla magistratura, "Accattone" e "Mamma Roma". Vanno ricordati anche "Bernardo Bertolucci" condannato per "Ultimo tango a Parigi", Luchino Visconti costretto a tagliare "Rocco e i suoi fratelli". I film e i registi citati sono esclusivamente una minima parte di tanti altri artisti e opere cinematografiche che furono colpite dalla censura.