La leader dell'opposizione neozelandese, Judith Collins, ha recentemente criticato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sulla questione Cina, affermando che la mancata adozione di accordi di libero scambio sarebbe stata "folle", in quanto avrebbe aperto le porte nell'area al gigante asiatico e di fatto portato a un ulteriore dominio cinese nell'Indo-Pacifico

In un'intervista al The Guardian, Collins ha detto che, se la maggior parte delle potenze occidentali criticano la decisione della Nuova Zelanda di intrattenere rapporti commerciali stretti con la Cina, la responsabilità sarebbe da attribuirsi agli Usa e al Regno Unito, per non avere attuato accordi di libero scambio nell'area interessata.

La parlamentare dell'opposizione neozelandese ha continuato dicendo che l'ex presidente degli Usa Donald Trump si è ritirato dall'accordo commerciale Trans-Pacific Partnership nel 2017 e gli Usa non hanno aderito al suo sostituto, il CPTPP. Gli accordi con il Regno Unito invece, sono iniziati l'anno scorso e non sono ancora stati raggiunti. In particolare Judith Collins ha affermato che gli Stati Uniti sono stati "folli" ad abbandonare gli accordi pre-esistenti e di fatto hanno aperto la porta agli accordi commerciali tra la Nuova Zelanda e la Cina.

Le parole di Judith Collins

Le "sanzioni coordinate" da parte degli Usa, insieme ad Australia, Regno Unito e Unione Europea verso la Cina per la questione Ugiuri, nei mesi scorsi sono state accolte positivamente dalla Nuova Zelanda, ma essa non ha emanato nessuna istituzione propria per combattere il genocidio, definito dal parlamento neozelandese sostanzialmente come violazione dei diritti umani.

Judith Collins, difendendo la politica nazionale, ha provocatoriamente detto: "chi pagherà le bollette?", aggiungendo che le ripercussioni commerciali, se il paese si fosse espresso in maniera netta sulla questione Ugiuri, sarebbero state evidenti. La parlamentare ha citato il caso della società Zespri, la più grande cooperativa di Kiwi della Nuova Zelanda che avrebbe rilevato delle tracce di Covid-19 nei prodotti importati dalla Cina.

La leader dell'opposizione ha detto: "Non siamo stupidi, non abbiamo certezze, ma sono stata a lungo in Politica per sapere che queste ritorsioni possono accadere".

La parlamentare Collins, nei sondaggi politici della Nuova Zelanda per la carica di primo ministro è data al 5%, nei confronti della sua diretta avversaria Jacinda Ardern (attuale primo ministro) che è al 44%; tra i partiti invece il Labour è dato al 43% e il National al 26%.

La situazione attuale

Ad oggi la Cina è il più importante partner commerciale della Nuova Zelanda e rappresenta circa 1/3 delle sue esportazioni totali. Secondo i dati del NZ China Council, le esportazioni dello scorso anno verso la Cina sono state 16,7 miliardi di dollari, ossia più del commercio della Nuova Zelanda con Australia, Stati Uniti e Giappone messi assieme. Ciò ha portato a credere, nel mondo occidentale, che la Nuova Zelanda non sia in grado di assumere posizione dure su Pechino a causa della propria dipendenza commerciale.

Anche le dichiarazioni del governo Ardern sulla violazione dei diritti umani da parte di Pechino o sull'invasione di Hong Kong - secondo alcuni osservatori internazionali - sarebbero state effettuate con un linguaggio "morbido".