Sergio Matterella è stato confermato Presidente della Repubblica italiana. Al sesto giorno di votazioni e all’ottavo scrutinio, i partiti trovano l’accordo su Mattarella. L’ex giudice della Corte Costituzionale ha ottenuto 759 voti, superando il quorum fissato a 505 preferenze. Mattarella ha raggiunto il più alto numero di preferenze della storia delle elezioni del Presidente della Repubblica dopo Sandro Pertini che, nel 1978, ottenne 832 voti su 995.

Si tratta della seconda volta assoluta nella storia che un Presidente della Repubblica viene confermato con un secondo mandato dal Parlamento in Seduta comune.

La prima volta era successo in occasione dell’elezioni presidenziali della primavera 2013 nelle quali il Parlamento, al quarto scrutinio, confermò Giorgio Napolitano al Quirinale. Napolitano tuttavia non completò il mandato, rassegnando le dimissioni il 14 gennaio 2015 per difficoltà legate anche all’età avanzata.

La biografia e la carriera di Sergio Mattarella

Sergio Mattarella nasce a Palermo il 23 luglio 1941. Nel 1964 si laurea in Giurisprudenza presso l'Università "La Sapienza" di Roma con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi su "La funzione dell'indirizzo politico".

Nel 1967 si iscrive all’albo degli avvocati nel Foro di Palermo ed esercita la professione presso uno studio legale palermitano specializzato in diritto amministrativo.

Nel 1965 diventa assistente di diritto costituzionale del professor Pietro Virga all'Università di Palermo e più tardi diventa professore associato, insegnando diritto parlamentare fino al 1983.

Esponente della Democrazia Cristiana, Mattarella fa il suo ingresso in Parlamento nel 1983.

Nel 1987 diventa Ministro per i Rapporti con il Parlamento del Governo Goria e viene confermato, con lo stesso incarico, nel Governo De Mita nel 1988.

Nel luglio del 1989, con la formazione del governo Andreotti VI, è nominato Ministro della Pubblica Istruzione. Nel 1993 Mattarella è firmatario della legge elettorale alla quale il politologo Giovanni Sartori diede l’appellativo di Mattarellum. Dopo lo scioglimento della DC aderisce al PPI. Nel 1998 viene nominato Vice Presidente del Consiglio con delega ai servizi segreti del Governo D’Alema e nel 1999 diventa Ministro della Difesa, incarico che mantiene con la nomina di Giuliano Amato a Palazzo Chigi.

Nell’ottobre del 2011 il Parlamento in seduta comune lo elegge giudice della Corte Costituzionale. Il 31 gennaio 2015, al IV scrutinio con 665 voti, viene eletto come 12º Presidente della Repubblica.

I governi incaricati da Mattarella Presidente della Repubblica

Da Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha dovuto far fronte a diverse crisi di Governo. L’11 dicembre 2016, dopo la bocciatura del referendum costituzionale promossa dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, Mattarella nomina Paolo Gentiloni a guida del governo secutivo. Il 1° giugno 2018 Mattarella, a seguito del risultato delle elezioni politiche di marzo, su indicazione di Movimento 5 Stelle e Lega, nomina Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio.

Nell'agosto 2019 lo stesso Conte viene incaricato a formare un secondo governo, stavolta sostenuto da M5S, Pd e LeU.

Nel febbraio del 2021, dopo un’altra crisi di governo, Mattarella nomina Mario Draghi alla guida di Palazzo Chigi.

Le prime parole di Mattarella da neo rieletto Presidente della Repubblica

Al termine dello spoglio, dopo essere stato proclamato nuovamente presidente della Repubblica, Mattarella è stato raggiunto dai presidenti delle Camere, Fico e Casellati, per la comunicazione ufficiale della rielezione.

A quel punto il presidente ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Ringrazio i parlamentari ed i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica, nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, economico e sociale, richiamano al senso di responsabilità ed al rispetto delle decisioni del Parlamento.

Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri a cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”.