Per la seconda volta nella storia della Repubblica italiana, dopo il precedente di Napolitano del 2013, i "grandi elettori" hanno deciso di riconfermare il Capo dello Stato uscente. Dopo sei giorni di trattative e di stallo, sabato le forze di maggioranza hanno raggiunto un'intesa sul Mattarella bis, Con 759 voti, Mattarella è il presidente della Repubblica più votato dopo Pertini (che ebbe 832 voti) nella storia italiana. L'Aula di Montecitorio ha accolto la sua rielezione con un applauso di più di quattro minuti. Per il 3 febbraio è prevista la cerimonia del giuramento.

Le reazioni al bis di Mattarella

"Ringrazio i parlamentari per la fiducia. Le condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati. Le attuali emergenze richiamano al senso di responsabilità". Queste sono le prime parole di Sergio Mattarella dopo la sua rielezione. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, che si era fatto carico personalmente della mediazione con Mattarella, parla di "splendida notizia per gli italiani".

Il via libera al bis era arrivato anche da Pierferdinando Casini, uno dei principali candidati in corsa per il Colle, che aveva esplicitamente chiesto ai partiti di "togliere il suo nome da ogni discussione".

Ma lo snodo cruciale è stato rappresentato dalla decisione di Matteo Salvini di dire sì al bis, dopo che tutte le proposte avanzate dal centrodestra erano cadute nel vuoto.

Il leader della Lega Nord ha motivato la sua scelta affermando che l'Italia non merita "altri giorni di confusione [VIDEO]". Secondo il segretario del Pd Enrico Letta, la rielezione di Mattarella rappresenta "una vittoria di tutti" e una "scelta di generosità", mentre il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi osserva che è proprio nella figura del Capo dello Stato che "si può ritrovare l'unità".

Di tutt'altro avviso la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, per la quale il secondo mandato "non può diventare una prassi".

Le congratulazioni per la rielezione di Mattarella arrivano anche dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che esprime "viva soddisfazione" in merito. A congratularsi è anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che aggiunge che "l'Italia può sempre contare sull'Unione europea".

Auguri anche da parte del presidente francese Emmanuel Macron, il quale afferma di contare su Mattarella per costruire un'Europa "unita, forte e prospera".

Crisi nei partiti

Al termine di questa elezione, appaiono sempre più evidenti la debolezza dei partiti e le inevitabili ripercussioni al loro interno e all'interno delle coalizioni, a destra come a sinistra. La più esplicita in tal senso è Giorgia Meloni, la quale si scaglia contro Matteo Salvini per la sua decisione di riconfermare Mattarella al Quirinale e afferma che il centrodestra va rifondato perché, almeno a livello parlamentare, non esiste più. Anche nel corso dell'ottava votazione, Fratelli d'Italia ha deciso di puntare su Carlo Nordio, il quale ha ottenuto 90 voti (circa 30 in più rispetto ai voti a disposizione del partito).

Dal canto suo, Salvini cerca di ricompattare i suoi e assieme a Giorgetti chiede di incontrare Draghi per iniziare "una nuova fase di governo". Forza Italia, soprattutto dopo la bocciatura della Casellati, pare essere sempre più lacerata da spaccature interne. E le cose non sembrano andare meglio a sinistra. Nel M5s, la diversità di vedute fra il presidente Giuseppe Conte e Luigi Di Maio appare ormai chiara. L'ex premier afferma che non mancheranno occasioni per chiarire e annuncia di voler incontrare Draghi per siglare "un patto per il Paese".

La 'fase 2' del governo Draghi

Secondo alcuni osservatori, quella che si sta aprendo dopo la riconferma di Mattarella al Colle potrebbe essere una vera e propria "fase 2" del governo Draghi.

La settimana appena trascorsa ha riconsegnato al Paese dei partiti indeboliti, se non addirittura spaccati. La debolezza dei partiti potrebbe rafforzare proprio la posizione del premier, che d'ora in avanti incontrerebbe molte meno resistenze nell'approvazione di riforme che finora proprio i partiti di maggioranza erano riusciti a tenere "in frigo". Si va dalle concessioni demaniali alla liberalizzazione delle licenze degli ambulanti, dalla riforma delle pensioni alla revisione del reddito di cittadinanza, passando per la riforma del catasto. Temi molto caldi, ma ai quali con ogni probabilità nessun partito di maggioranza avrà più la forza di opporre veti come in passato.