Il mondo delle notizie è complesso e le storie, così come le foto false spesso vengono ampiamente condivise sui social media. Il team editoriale di Blasting News individua ogni settimana le bufale più popolari e le informazioni fuorvianti per aiutarti a distinguere il vero dal falso. Ecco le Fake News più condivise di questa settimana.
Mondo
Il Regno Unito non ha bloccato i vaccini contro il COVID-19 sui bambini tra i 5 e gli 11 anni
Affermazione falsa: Gli utenti dei social media di tutto il mondo hanno condiviso l'affermazione secondo cui l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha smesso di somministrare il vaccino COVID-19 a tutti i bambini dai 5 agli 11 anni. Alcuni post affermano che la decisione è stata presa dopo che è stato segnalato "un aumento dei decessi", mentre altri sostengono che i vaccini "causano problemi di sviluppo".
Verità:
- Nel febbraio 2022, il Comitato congiunto per le vaccinazioni e le immunizzazioni (JCVI) del Regno Unito ha annunciato un'offerta "non urgente" del vaccino Pfizer ai bambini tra i 5 e gli 11 anni che non facevano parte di un gruppo a rischio clinico o che non erano a stretto contatto con qualcuno immunodepresso.
- All'epoca il JCVI aveva chiarito che si trattava di un "programma di risposta pandemica una tantum" e che avrebbe riguardato solo coloro che avrebbero compiuto 5 anni entro la fine di agosto 2022.
- Dal 1° settembre, ai bambini che compiono 5 anni viene offerto il vaccino solo se rientrano in un gruppo ad alto rischio.
- I bambini di età inferiore ai 12 anni e che hanno compiuto 5 anni prima del 1° settembre possono continuare a ricevere il vaccino Covid-19 nel Regno Unito.
Mondo
C’è un articolo che travisa uno studio affermando che lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia è causato da fattori naturali
Affermazione falsa: Gli utenti dei social network di tutto il mondo hanno condiviso un articolo in cui si sostiene che un recente studio sullo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia ha dimostrato che il cambiamento climatico è causato da fattori naturali e non dalle emissioni di carbonio.
"Gli scienziati del clima hanno dimostrato che i ghiacci della Groenlandia si sono ripresi dal 2012 e che la perdita precedente era dovuta alla 'variabilità naturale' e non alle emissioni umane di CO2", si legge nell'articolo pubblicato il 2 ottobre 2022 da The Daily Sceptic. L'articolo cita come fonte uno studio del dicembre 2021 di un gruppo di climatologi giapponesi dell'Università di Hokkaido, che attribuiscono il rallentamento del riscaldamento della Groenlandia al fenomeno meteorologico naturale chiamato El Niño.
Verità:
- Parlando con l'AFP, l'autore principale dello studio, Shinji Matsumura, dell'Istituto nazionale di ricerca giapponese per la scienza della terra e la resilienza ai disastri, ha negato quanto affermato nell'articolo.
- "Il nostro articolo è stato travisato su quel blog. Non siamo d'accordo sul fatto che [quanto abbiamo scoperto] smentisca che la CO2 emessa dall'uomo sia il principale motore del riscaldamento globale (...) La temperatura media globale dell'aria sta aumentando a causa del cambiamento climatico antropogenico", ha affermato.
- Secondo lo studio pubblicato dall'Università di Hokkaido, "la calotta glaciale della Groenlandia si sta sciogliendo nel lungo periodo a causa del riscaldamento globale associato alle emissioni di gas serra, ma il ritmo di questo scioglimento è rallentato nell'ultimo decennio (...) Questo rallentamento era un mistero fino a quando la nostra ricerca ha dimostrato che è collegato ai cambiamenti del modello climatico El Niño nel Pacifico".
- Lo studio, tuttavia, afferma che i risultati presentati "dimostrano come i cambiamenti naturali possano agire insieme alla tendenza al riscaldamento globale a lungo termine per variare le condizioni locali" e che si prevede che "il riscaldamento globale e lo scioglimento della calotta glaciale in Groenlandia e nel resto dell'Artico accelereranno ulteriormente in futuro a causa degli effetti del riscaldamento antropogenico".
Climate Bombshell: Greenland Ice Sheet Recovers as Scientists Say Earlier Loss was Due to Natural Warming Not CO2 Emissions https://t.co/A1lQ6jq3i5
In a major challenge to climate alarmism, climate scientists have shown that Greenland ice has recovered since 2012
— Marco (@jeshua_7) October 3, 2022
Stati Uniti
Questa immagine non mostra degli squali che nuotano in un centro commerciale allagato dopo l’uragano Ian
Affermazione falsa: Gli utenti dei social media statunitensi hanno condiviso una presunta immagine di squali che nuotano vicino alle scale mobili di un edificio allagato, insieme dall'affermazione che la scena è stata registrata in un centro commerciale di Fort Myers, in Florida, dopo l'uragano Ian, che ha causato quasi 100 morti.
Verità:
- Una ricerca per immagini mostra che la foto - senza gli squali - è stata pubblicata dall'emittente canadese CTV News Toronto il 1° giugno 2012.
- Secondo il notiziario, l'immagine, scattata dal fotografo Jeff Long, mostra la Union Station di Toronto allagata dopo forti piogge.
- In un'intervista all'AFP, l'utente Twitter Jamie King, che sostiene di aver ritoccato l'immagine originale per aggiungere gli squali, ha dichiarato: "Ho creato l'immagine nel 2012 per scherzo, in risposta alle insolite inondazioni nel centro di Toronto, dove vivo".
Europa
Il corrispondente della BBC non ha fatto finta di essere sotto attacco in Ucraina
Affermazione falsa: Gli utenti dei social media europei hanno condiviso un'immagine del giornalista della BBC Jeremy Bowen sdraiato su un sentiero sterrato, con indosso un giubbotto stampa e un elmetto, mentre sullo sfondo appare una donna con una borsa in mano.
Secondo i post, l'immagine mostra il giornalista che finge di essere in prima linea nella guerra tra Russia e Ucraina.
Verità:
- Una ricerca per immagini inversa dimostra che l'immagine fa parte di un servizio video della BBC pubblicato il 6 marzo 2022. Nella clip completa, Bowen mostra i civili che fuggono dalla città di Irpin, un sobborgo nord-occidentale di Kiev, in mezzo agli attacchi russi.
- Nel video, in cui si sentono esplosioni in sottofondo, Bowen riferisce che i civili stanno fuggendo vicino a "ciò che resta di un ponte che è stato fatto saltare per rallentare i russi".
- La donna che appare sullo sfondo nell'immagine condivisa sui social media - che secondo molti post guardava "sconcertata" - nel servizio della BBC appare accovacciata dietro un pezzo di detriti mentre in lontananza si sentono degli spari.
L'inviato in Ucraina della BBC, Jeremy Bowen, mentre finge di essere sotto attacco davanti allo sguardo perplesso di una donna con le buste della spesa 🤡🤡🤡 pic.twitter.com/xL3Jktrp1R
— Gilberto Trombetta (@Gitro77) October 5, 2022
Asia
Queste immagini di grandi folle non sono le proteste a favore dell’hijab in Iran nel 2022
Affermazione falsa: Gli utenti dei social media pakistani hanno condiviso due immagini di grandi folle che protestano, accompagnate dall'affermazione che si tratta di immagini di manifestazioni filogovernative in Iran, in risposta alla recente serie di proteste per i diritti delle donne e contro le norme sull'hijab obbligatorio del Paese che si sono svolte a partire da metà settembre.
Verità:
- Una ricerca per immagini inversa rivela che le immagini non sono state scattate quest'anno. La prima, in cui si vede un gruppo di donne in hijab nero protestare in una strada, è stata pubblicata dall'Associated Press nel dicembre 2017 durante una manifestazione filogovernativa a Teheran. La seconda immagine, che mostra una folla vicino alla Torre Azadi, un famoso monumento della capitale iraniana, è stata pubblicata dall'agenzia di stampa statale Mehr il 6 gennaio 2020 durante i funerali del comandante militare Qasem Soleimani, ucciso in un attacco statunitense a Baghdad.
- Sebbene non siano nuove, le immagini hanno iniziato a circolare sui social media dopo che il 23 settembre migliaia di persone hanno effettivamente partecipato a manifestazioni filogovernative in diverse città iraniane.
- La serie di proteste contro il governo iraniano - con donne che bruciano il velo, si tagliano i capelli e chiedono libertà - è iniziata il 17 settembre, in reazione alla morte della ventiduenne Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale iraniana presumibilmente per non aver indossato correttamente l’hijab.
America Latina
Le città del nordest brasiliano non hanno avuto più voti per Lula che abitanti
Affermazione falsa: Gli utenti dei social media brasiliani hanno condiviso un post in cui si afferma che dieci città della regione nord-orientale del Paese hanno dato più voti al candidato presidenziale di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva rispetto alla popolazione totale durante il primo turno delle elezioni del 2 ottobre.
Verità:
- Innanzitutto, delle dieci città dell'elenco, tre non esistono: Barragem, Novaçores e Nova Liberdade. La città di Porto da Pedra - in Alagoas - è erroneamente indicata come situata nello Stato di Pernambuco.
- Per quanto riguarda le altre città dell'elenco, che comprende due comuni situati nella regione meridionale del Paese - Poço das Antas e Joaçaba -, l'analisi dei dati ufficiali del Tribunale elettorale superiore (TSE) mostra che i numeri dei voti e dei residenti condivisi sui social media sono errati.
- In nessuno dei due casi il numero di voti per Lula è superiore alla popolazione delle città. Inoltre, a Poço das Antas e Joaçaba l'attuale presidente e candidato alla rielezione Jair Bolsonaro ha ottenuto più voti.