“Stiamo facendo il possibile”: è iniziata così tra contestazioni e cori di disapprovazione la visita a Lampedusa della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arrivata sull’isola insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. La premier si è trovata dunque a dover rasserenare un gruppo di cittadini di Lampedusa che hanno sbarrato la via al convoglio istituzionale di auto nel tragitto dall’aeroporto all’hotspot.

"Ce la stiamo mettendo tutta, come sempre io ci metto la faccia" ha proseguito il premier conscio dello stato di emergenza che ormai si respira a pieni polmoni sull'isola.

La visita di Giorgia Meloni a Lampedusa

Ad accompagnare Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni anche la commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson, tutti accolti dal presidente della Regione Sicilia Renato Schifani e dal prefetto di Agrigento Filippo Romano. Anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha preso parte alla visita.

La delegazione si è recata prima all’hotspot – dove si sono tenuti dei colloqui con alcuni operatori della Croce rossa – e poi al molo Favaloro, dove premier e presidente della Commissione si sono trattenute per pochi minuti. Sono i numeri circolati nelle ultime settimane ad aver determinato l'emergere della crisi migratoria e 'costretto' le massime istituzioni italiane e europee a muoversi in prima persona: "Stiamo lavorando per voi, anche le istituzioni europee sono oggi qui per voi.

Mandatemi una lettera in cui scrivete le problematiche dell’isola” ha così ribadito alla folla la Meloni.

Continuano gli sbarchi a Lampedusa

La scorsa notte proprio dal molo Favaloro sono sbarcati sull’isola 240 migranti. Mentre altri 700 sono in viaggio verso la Calabria e 471 sono stati tratti in salvo dalla Geo Barents. Nella settimana dall’11 settembre a questa mattina, a Lampedusa hanno trovato rifugio 11.560 migranti di cui 9.752 trasferiti con 23 vettori diversi: a conti fatti ogni giorno è sbarcato un numero di migranti medio di circa 1.670 col picchio del 12 settembre quando sono arrivati sull'isola in 4.829.

La strategia definita controversa da esperti e Ong

Il governo italiano sta cercando di sviluppare una campagna per affrontare la crisi migratoria a lungo termine. Una strategia che però da molti osservatori ed esperti di migrazioni è stata definita controversa. Uno dei principi chiave è la difesa dei confini esterni, come previsto nel Patto su migrazione e asilo: firmato dai paesi europei rischia di creare problemi e difficoltà ai migranti che richiedono asilo all'Unione.

“Le persone che cercano rifugio nell’Unione europea hanno diritto a un’accoglienza basata sulla dignità e sulla compassione. Col Patto, invece, alle frontiere degli stati membri verrebbero istituite procedure destinate, consapevolmente, a causare sofferenza attraverso la detenzione per mesi in centri chiusi lungo le frontiere. Gli stati membri potrebbero anche rinviare persone in cerca di salvezza verso paesi da loro giudicati sicuri”, ha dichiarato il 9 giugno scorso Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso l’Unione europea.

La premier Giorgia Meloni punterà sull'argomento dei migranti anche nel suo discorso all'assemblea generale dell'ONU. Al prossimo Consiglio Ue di ottobre, l'Italia formalizzerà inoltre la richiesta di una nuova operazione militare di sicurezza marittima, simile alla missione Sophia, che era stata lanciata nel 2015.