In seguito al Consiglio UE tenutosi a Bruxelles, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato che "a breve" sette carabinieri italiani partiranno per la Striscia di Gaza. A loro si aggiungeranno i due che attualmente si trovano a Gerico, in Cisgiordania.

La missione europea Eubam Rafah ha il compito di fornire una presenza terza al valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l'Egitto e di creare fiducia tra il governo di Israele e l'Autorità palestinese, era stata sospesa dopo lo scoppio delle ostilità, ma con l'inizio della tregua, sarà ripristinata.

L'impegno italiano ed europeo per Gaza

Oltre all'Italia, anche la Francia e la Spagna hanno confermato che invieranno rispettivamente quattro e nove militari. L'obiettivo è portare almeno 300 feriti o malati fuori dal territorio ogni giorno. La missione, dal nome "Eubam Rafah", avrà una durata di 42 giorni e si svolgerà nella città di Rafah..

Come spiegato da Tajani, i sette carabinieri "partiranno tutti insieme dall'Italia" con un volo delle forze armate.

Il ministro degli Esteri ha sottolineato l'importanza dell'operazione, definita un "impegno europeo". Tajani ha affermato che per l'Italia è arrivato il momento di "essere sempre più presente in Medio Oriente". Non solo per quanto riguarda il campo politico, ma anche attraverso la "presenza dei nostri militari in Palestina".

I numeri della missione non sono alti, ha proseguito il ministro degli Esteri, ma si tratta in ogni caso di un'operazione decisiva che coinvolgerà anche l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP): "La cosa migliore che si possa fare", ha commentato Tajani.

Militari italiani a Gaza: riparte la missione Eubam Rafah

La missione era in procinto di iniziare già dal maggio scorso, da quando Stati Uniti e Israele avevano esplorato con Bruxelles la possibilità di riconsegnare all’UE la gestione del varco meridionale tra Gaza e l’Egitto, una volta che le condizioni l’avessero consentito.

Con il cessate il fuoco raggiunto, l’Ue ha ricevuto l’invito formale da Tel Aviv e dall’Autorità palestinese, con il beneplacito egiziano.

La città di Rafah ha avuto un'importanza centrale durante il conflitto: le forze armate israeliane sono state ostili al suo utilizzo per il transito di aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese, sostenendo che anche Hamas ne avrebbe potuto approfittare.

In questi mesi l'area ha subito diversi attacchi, che hanno causato numerose vittime tra i civili.

Ora che la tregua tra Hamas e Israele è iniziata (a partire dallo scorso 19 gennaio) - dopo che il governo di Netanyahu è stato accusato in più occasioni di aver messo in atto un genocidio - la comunità internazionale si prepara quindi a intervenire.