Carlo Calenda, segretario e fondatore di Azione, è stato ospite nelle scorse ore, con l'esperto di comunicazione Dellimellow, di un vivace dibattito nel podcast condotto da Fedez e Mr Marra. Tra riflessioni su sanità, energia e Politica, Calenda ha affrontato i nodi cruciali del sistema italiano e le sfide della comunicazione in politica, non senza un pizzico di ironia e autocritica.

La politica come intrattenimento

"Il problema della politica oggi è che è diventata cronaca e intrattenimento", ha spiegato Calenda. "Si commentano i fatti delle ultime 12 ore, ma quando parli di sanità o di energia, argomenti complessi e vitali, sei tagliato fuori".

Secondo il leader di Azione, il sistema politico italiano è prigioniero della spettacolarizzazione: “I cittadini italiani si sono abituati a votare per la promessa del bonus o per la lotta al nemico di turno, ma non pretendono riforme strutturali come la messa a punto del sistema sanitario".

Il parere del leader di Azione su sanità pubblica e nucleare

Poi Calenda ha sottolineato come la sanità pubblica italiana, pur essendo un’eccellenza in passato, sia ormai allo stremo. "Il problema non è solo nei tempi di attesa, ma anche nella qualità delle cure", ha detto, raccontando episodi personali legati alla malattia della moglie. "Durante il Covid, i medici erano eroi; oggi non li considera più nessuno.

Eppure, il nostro sistema sanitario ha bisogno di una rivoluzione".

Tra i temi affrontati, anche il ritorno al nucleare. "Non è una questione di ideologia, ma di pragmatismo", ha spiegato Calenda. "In passato, l’Italia ha dimostrato di poter costruire centrali nucleari in tempi brevi e con efficienza. Oggi, invece, ci perdiamo in burocrazia e interessi di parte.

Serve il coraggio di dire che il nucleare è una soluzione pulita e indispensabile per ridurre i costi energetici e le emissioni".

Una politica lunga e faticosa

Calenda non nasconde la difficoltà del proprio partito politico: "Io sto cercando di costruire qualcosa a lungo termine, che non segua i trend del momento ma sia solido e credibile.

È un lavoro che richiede tempo, perché viviamo in un contesto in cui prevalgono i messaggi semplici e urlati".

Il leader di Azione ha concluso con una riflessione sulla crisi della democrazia. "Stiamo vivendo un momento storico simile a quello degli anni '20, con disuguaglianze crescenti e il rischio che la politica venga sostituita dall'autocrazia. Dobbiamo combattere per una democrazia che funzioni davvero e che sia in grado di rispondere ai problemi concreti dei cittadini".

Un futuro da scrivere

"Il finale di questa distopia lo costruiscono gli uomini", ha affermato Calenda. "Io credo nella capacità di cambiare le cose con serietà, competenza e impegno, anche se il percorso è difficile. È una scommessa lunga, ma sono pronto a combattere per questo".

Infine Calenda non nasconde i limiti del sistema politico e il bisogno di un profondo cambio di rotta. Un leader che si confronta con i nuovi mezzi di comunicazione, ma che ribadisce: "La politica deve tornare a parlare di temi fondamentali, non di intrattenimento".